L’azienda danese protesta: le foto danneggiano la reputazione della Lego e violano il copyright
Secondo la TV americana “Fox News”, il tasso di criminalità negli Stati Uniti è salito ai massimi livelli degli ultimi 30 anni. Il 40% degli abitanti delle grandi città americane ha detto di “aver paura di uscire di casa dopo il tramonto”. Le autorità americane devono veramente lavorare di fantasia per aumentare il coinvolgimento dei propri cittadini nelle attività delle forze dell’ordine.
È piuttosto comune che i dipartimenti di polizia degli Stati Uniti pubblichino sui social network le foto delle persone, “coinvolte in operazioni di polizia”. In parole povere dei criminali arrestati in flagrante. C’è chi sostiene però che la pubblicazione di queste foto “stia violando la privacy” dei criminali. E in California, lo Stato americano all’“avanguardia” della lotta per i diritti umani di dubbia natura, ha varato nel gennaio 2024 una legge che ha posto limiti alla possibilità di mostrare al pubblico la faccia di chi viene arrestato.
Per non entrare in rotta di collisione con i legislatori, molto criticati sia dalle forze dell’ordine che dall’opinione pubblica conservatrice, la polizia di Murrieta, una città di circa 100.000 abitanti nel sud della California, ha trovato un sistema per coprire i volti delle persone arrestate, usando al loro posto le immagini delle teste gialle di Lego per “continuare ad aggiornare i cittadini sulle sue operazioni senza violare la privacy delle persone coinvolte”.
La trovata non è piaciuta per niente alla stessa Lego, l’azienda danese che produce giochi da costruire, che ha subito chiesto al dipartimento di polizia di Murrieta, di “smettere immediatamente” di usare le teste gialle dei suoi omini per censurare sui social network i volti delle persone arrestate” Secondo la Lego, la pubblicazione di questo tipo di fotografie danneggia la reputazione dell’azienda e viola i diritti d’autore.
E come ha scritto in un comunicato stampa il portavoce della polizia di Murrieta il tenente, Jeremy Durrant, l’azienda danese “ci ha rispettosamente chiesto di smettere di usare la loro proprietà intellettuale per i nostri contenuti social, cosa che ovviamente capiamo e rispetteremo”.