Canada si sprofonda in una crisi politica

Justin Trudeau, primo ministro canadese, è impopolare, molti ne chiedono le dimissioni

Chrystia Freeland

Chrystia Freeland (nella foto), vice primo ministro e ministro delle Finanze del Canada, ha rassegnato le proprie dimissioni, dicendo di “non avere più la fiducia di Justin Trudeau”. Si rischia una crisi politica su larga scala: la popolarità di Trudeau è ai minimi storici, il criticato premier ha perso l’appoggio di forze politiche che prima lo sostenevano, e anche alcuni membri del suo stesso partito ne stanno chiedendo le dimissioni. Secondo i media canadesi in questa situazione le elezioni, in programma per l’ottobre del 2025, potranno essere anticipate.

Freeland, uno dei leader del Partito Liberale canadese, lo stesso di Trudeau, si è dimessa poco prima della presentazione dei risultati preliminari della performance economica del Canada – molto deludenti – che hanno evidenziato un disavanzo pubblico molto più alto del previsto: quasi 62 miliardi di dollari canadesi (circa 43,4 miliardi di USD), contro una previsione di 40 miliardi (28 miliardi di USD).

Trudeau è in carica da nove anni e negli ultimi mesi ha perso l’appoggio di parte dei Liberali, preoccupati tra le altre cose dall’aumento del costo delle abitazioni, soprattutto nelle grandi città. Inoltre non può non preoccupare il continuo aumento del tasso di disoccupazione che alla fine del 2024 ha raggiunto quota del 6,8 per cento. I partiti politici di opposizione e gli elettori canadesi hanno addossato la responsabilità per l’impennata della disoccupazione alle politiche migratorie, promosse dal Governo di Trudeau, che ha fatto invadere il Paese di masse di lavoratori stranieri.

Infine in una lettera pubblicata sul social X (ex Twitter), Freeland ha citato tra l’altro “la grave sfida che attenderà il Canada con la futura presidenza negli Stati Uniti di Donald Trump, che ha già promesso nuovi dazi alla Cina, al Messico e anche al Canada”.