I presidenti russo, Vladimir Putin, e quello ucraino, Volodymir Zelensky, hanno accettato separatamente di partecipare ai colloqui con gli inviati speciali del Santissimo Padre per discutere e raggiungere una tregua. Lo ha scritto il 18 maggio scorso “Il Sismografo”, blog molto autorevole e specializzato nell’analisi delle politiche della Santa Sede.
Le questioni preliminari sono molto complesse e per ora sembra che i progressi siano molto limitati. Negli ultime settimane però sono cambiati alcuni scenari importanti. Da quando Papa Francesco ha annunciato a sorpresa l’esistenza di una “missione” di pace per mettere fine alla guerra russa contro l’Ucraina, sono passati solo 17 giorni e non mesi come si potrebbe pensare se si tiene conto dell’evolversi piuttosto vertiginoso della vicenda in questo breve lasso di tempo. In quasi tre settimane sono cambiate molte cose importanti, sia nella realtà del conflitto sul campo, sia nell’arco delle vie possibili per la ricerca della pace oggi. Molte analisi e ipotesi dei primi giorni di questo mese di maggio già oggi sono superate. L’entrata in campo della Cina con un Inviato di altissimo livello, Li Hui, che già ha visitato Kyiv, il rinnovo per due mesi dell’accordo sul grano, l’arrivo di materiale bellico tecnologicamente superiore, la visita di Zelensky in Italia per incontrare S. Matarella, G. Meloni e Papa Francesco, tappa dello strategico tour europeo del Presidente ucraino (Roma, Berlino, Parigi e Londra), l’ennesima visita di Ursula von der Leyen a Kyiv, sono alcuni dei fatti nuovi che hanno cambiato il panorama rispetto a qualche settimana fa.
“Tutti questi eventi recenti rendono ancora più illeggibile l’incognita sulla “missione” di pace annunciata dal Santo Padre sull’aereo che lo stava riportando in Italia dall’Ungheria lo scorso 30 aprile”, scкive in chiusura “Il Sismografo”.