Gli operai di Escondida hanno rifiutato il rinnovo del contratto e chiedono la redistribuzione dell'1% dei dividendi, ora dovrebbe esserci la mediazione del governo
La più grande miniera di rame del mondo rischia di fermarsi a causa di uno sciopero dei lavoratori. Gli operai che lavorano a nei giacimenti di Escondida, situati nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale, hanno rifiutato il rinnovo del contratto di lavoro minacciando uno sciopero a oltranza. Il sindacato di riferimento ha comunicato che il 99,75% dei 2.371 iscritti ha aderito allo stato di agitazione contro il il gruppo australiano BHP, la maggiore società mineraria al mondo, che detiene diritti sulla maggior parte della miniera dove operano anche Rio Tinto (un gruppo anglo-australiano) e JECO Corp (società giapponese).
Il sindacato, secondo quanto scrive Reuters, ha spiegato che lo sciopero è stato “sostenuto in modo schiacciante dai partner” visto che l’offerta di BHP non è in nessun modo andata incontro alle aspettative dei lavoratori. L’obiettivo è quello di arrivare a ridistribuire l’1% dei dividendi tra i lavoratori, al contrario l’offerta di lavoro prede meno deficit e giornate di lavoro più lunghe a fronte di alcuni bonus “una tantum” che evidentemente non soddisfano le maestranze.
BHP ha invece spiegato che chiederà la mediazione del governo cileno per poter arrivare ad un accordo.