Nel corso dell’incontro al vertice a Pechino con il presidente siriano, Bashar al-Assad, il leader cinese, Xi Jinping, ha promesso alla Siria “un supporto della Cina più ampio possibile alla ricostruzione della sua economia”, devastata dalla guerra civile scoppiata nel 2011. “Di fronte a una situazione internazionale piena di instabilità e incertezza, la Cina è disposta a continuare a lavorare insieme alla Siria, i due Paesi che aiuteranno l’uno l’altro per salvaguardare insieme la giustizia internazionale, per sviluppare una cooperazione amichevole e di reciproco vantaggio”, ha dichiarato Xi Jinping, che in precedenza aveva promesso ad Asad aiutare la Siria a far fronte “alle interferenze straniere e al bullismo unilaterale dell’Occidente”.
La Cina si muoverà dunque per la ricostruzione della Siria e lo farà nell’ambito della realizzazione del suo progetto globale “Belt and Road”, l’antica Via della Seta: “In primo luogo saranno rafforzate le iniziative infrastrutturali lungo l’antica Via della Seta”, ha sottolineato il presidente Xi.
Attraverso la realizzazione dell’iniziativa “Belt and Road” la Cina “è disposta a dare un contributo positivo alla pace e allo sviluppo regionale e mondiale”, ha detto Xi, esprimendo il suo sostegno “alla sovranità e all’integrità territoriale” della Siria, nonché agli sforzi “delle capacità antiterrorismo” e alla ricerca “di una soluzione politica della questione siriana”.
Da parte sua Assad ha esaltato le politiche di Pechino: “La Cina ha aperto un percorso di successo verso il socialismo con caratteristiche cinesi”, ha detto il presidente siriano, secondo cui “la Cina si trova sempre dalla parte dell’equità e della giustizia internazionale, del diritto e degli affari internazionali con un ruolo importante e costruttivo”. I due capi di Stato hanno firmato la “Dichiarazione congiunta tra la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica Araba Siriana sulla creazione del partenariato strategico”, e hanno assistito alla sigla di una serie di documenti sulla cooperazione per la realizzazione del progetto “Belt and Road”. Sono stati siglati alcuni memorandum, destinati a dare una spinta alla crescita degli scambi economici e commerciali tra i due Paesi, allo sviluppo della cooperazione tecnologica.
Il progetto “Belt and Road”, che prevede la costruzione di alcuni corridoi di trasporto intercontinentali tra la Cina, l’Occidente e le altre regioni strategiche del mondo, inizialmente venne accolto a braccia aperte dai Paesi europei. Ma ultimamente l’entusiasmo si è spento. Sabato, 23 settembre il primo ministro dell’Italia, Giorgia Meloni, ha detto che il rinnovo della l’adesione italiana a “Belt and Road”, in programma per il 2024, non ci sarà.
In un’intervista rilasciata all’agenzia stampa taiwanese CNA, Meloni ha bollato come “grosso errore” la decisione italiana di partecipare al progetto cinese.
“Se mi trovassi a dover firmare il rinnovo di quel memorandum (Italia-Cina sulla collaborazione nell’ambito della ‘Via della Seta economica’, marzo 2019, N.d.R.) domani mattina, difficilmente vedrei le condizioni politiche”, ha scritto Meloni, secondo la quale per il suo Governo di centrodestra “è certo che Taiwan sarà una questione fondamentale per l’Italia”.