Come nuova destinazione Hewlett-Packard Company ha scelto la Thailandia
Hewlett-Packard, la multinazionale statunitense di personal computer e di altri prodotti elettronici, sta portando a termine il processo di trasferimento delle proprie filiali e delle basi produttive dalla Cina verso alcuni altri Paesi del Sud-est asiatico. L’esodo era iniziato nel gennaio del 2024 mentre la Thailandia è stata scelta dai vertici aziendali come “punto principale per l’apertura di nuove fabbriche di assemblaggio”. HP ha annunciato che in Thailandia sarà realizzato un progetto di produzione di personal computer con intelligenza artificiale.
Un altro Paese scelto da Hewlett-Packard è il Singapore, dove l’azienda sta assumendo ingegneri ed esperti di catene di assemblaggio, che vengono man mano trasferiti per lavorare presso un centro di ricerca e design di HP a Taiwan. Nell’ambito della politica di “cancellazione” della Cina, considerata dagli Stati Uniti un “competitor pericoloso e sleale”, molte altre società americane hanno annunciato di voler trasferire i priori impianti via dalla Cina. Inoltre sulla situazione gravano i timori di un conflitto militare tra Pechino e l’isola di Taiwan. Come scrive l’agenzia d’informazione giapponese “Nikkei” per molti anni HP ha fatto “affidamento sulla propria catena di valore cinese”, ma ora, a causa dei “divieti statunitensi sull’esportazione di chip altamente tecnologici e innovativi verso la Cina, anche Hewlett-Packard Company sta seguendo le analoghe mosse di Dell, Apple e Microsoft”.
Negli ultimi anni la Thailandia ha fatto un importante evoluzione da un centro turistico a un Paese industriale. Il 7 di agosto il produttore di auto sudcoreano Hyundai ha annunciato che “investirà 28 milioni di dollari per produrre veicoli elettrici e batterie in Thailandia”. Hyundai cerca di aumentare la propria competitività nella gara con i produttori cinesi, i leader che attualmente dominano i mercati delle auto elettriche in tutto il Sud-est asiatico. In questo contesto Hyundai ha già avviato il trasferimento di impianti di assemblaggio dei veicoli a Bangkok e in alcune altre zone della Thailandia.
Il produttore sudcoreano rischia di entrare in rotta di collisione con i big dell’industria dell’auto cinese come BYD e Great Wall, che già da tempo producono in Thailandia dei veicoli elettrici, esportati verso molti mercati del mondo. Le fabbriche della Thailandia coprono il 55% di tutte le vendite di veicoli elettrici nel Sud-est asiatico.