Si prospettano tempi difficili per cantine italiane
Come recita il famoso detto “le disgrazie non vengono mai sole”. Dopo la peggiore vendemmia-2023 in Italia fin dal 1947 e i problemi logistici, causati dagli Houthi dello Yemen, che vengono a costare all’export italiano miliardi di euro, ecco arriva la notizia che “il 29 marzo del 2024 il Governo della Cina revocherà i dazi antidumping e compensativi sulle importazioni di vino dall’Australia”. Come ha scritto il quotidiano britannico “The Guardian” attualmente “vino australiano in esubero è stimato in cifra astronomica di 2,8 miliardi di bottiglie”, che ora potranno essere inviati in Cina.
All’inizio del 2021 Pechino – nell’ambito di tutta una serie di ritorsioni commerciali contro Canberra – ha imposto dazi proibitivi del 218% sulle importazioni di vino australiano, causando il collasso di uno dei principali capitoli del commercio estero dell’Australia, stimato in 1,2 miliardi di dollari l’anno. La Cina ha avviato la “costruzione” di barriere nel commercio con l’Australia nel 2020, dopo che Canberra aveva bandito il colosso cinese di prodotti elettronici Huawei da una gara per la realizzazione della rete nazionale australiana 5G.
Le relazioni tra Pechino e Canberra sono iniziate a migliorare nel 2022 dopo l’arrivo al potere in Australia del Partito Laborista e la formazione di un Governo di centrosinistra, guidato dal primo ministro, Anthony Albanese. Il 21 marzo scorso il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha visitato l’Australia per la prima volta degli ultimi 7 anni. Durante i colloqui con il capo della diplomazia cinese, Albanese ha subito messo i puntini sulle “i”, riaffermando il “pieno sostegno” dell’Australia al principio della “Cina unica e indivisibile”, nel quadro delle controversie tra Pechino e Taiwan. Inoltre Albanese ha ribadito l’intenzione di “compiere sforzi per promuovere lo sviluppo costruttivo delle relazioni bilaterali tra l’Australia e la Cina”. Da parte sua, Wang Yi, ha sottolineato che bisogna gestire e andare oltre le divergenze “sulla base del rispetto reciproco”, nonché “promuovere congiuntamente la costruzione di un partenariato strategico globale più maturo, stabile e proficuo”.
Dopo la nomina a primo ministro di Albanese, che ha più volte ricordato lo “storico contributo del Partito laborista all’istituzione delle relazioni diplomatiche con la Cina”, il ministero del Commercio cinese ha iniziato nel novembre del 2023 a condurre una “revisione totale” dei dazi e ha revocato per primi quelli alle importazioni dall’Australia di carbone, legname e orzo. Ora è arrivato il momento per aprire i mercati cinesi al vino australiano, un passo che ha già messo in fibrillazione i produttori e gli esportatori del Vecchio Mondo.