Cina apre il monte Everest agli scalatori stranieri

Il percorso settentrionale che parte dal Tibet era chiuso per il Covid dal 2020

La pandemia del Covid-19 è finalmente finita anche per l’Everest, la montagna più alta della Terra. Le autorità della Cina hanno riaperto agli scalatori stranieri l’accesso al monte Everest dal Tibet per la prima volta dall’inizio della pandemia di Covid-19. Il tragitto settentrionale verso la vetta del monte Everest, che parte dal Tibet e che rappresenta un’alternativa preferita da molti scalatori al più noto “percorso meridionale”, sul territorio del Nepal, è rimasto completamente bloccato dalla Cina sin dal marzo del 2020.

Per il momento la riapertura non è stata annunciata ufficialmente dalle autorità cinesi, ma si può evincere che la Cina ha tolto il blocco dalla pubblicazione di un tariffario aggiornato dei servizi per la scalata, inclusi gli yak per il trasporto del materiale, le guide montane e il servizio di navetta da Lhasa, la capitale della Regione Autonoma del Tibet, fino al campo base.

Salire in cima all’Everest è stato da sempre il sogno e il mito per molti appassionati di montagna e alpinisti. Il monte Everest è alto 8.848 metri e assieme ad altre vette che superano gli 8.000 metri di altezza, l’Everest sorge proprio al confine tra il Nepal e la Cina ed è parte della leggendaria catena montuosa dell’Himalaya.

Per i cinesi è Zhumulangma, per i tibetani è Chomolungma mentre in Nepal lo chiamano Sagaramāthā ovvero “Dio del Cielo”. L’Everest fa parte sia dei cosiddetti “14 Ottomila” (le montagne che superano gli 8.000 metri di quota), che delle famose “Sette Vette”, ossia le più alte montagne di ogni continente.