Il Regolatore cinese: bisogna rilanciare l’economia
Dopo la crescita economica della Cina a giugno del 4,7%, riconosciuta “insufficiente” per una veloce ripresa post-Covid, la Banca centrale cinese (Peoples Bank of China, PBOC) ha annunciato una serie di inaspettati tagli sui tassi di riferimento a breve termine per “incentivare la crescita economica nazionale”. Secondo un comunicato del Regolatore cinese, il tasso di “pronti contro termine a sette giorni scenderà dello 0,1% passando dall’1,8% all’1,7 per cento”. Inoltre, il tasso di interesse primario a un anno (LPR) passa dal 3,45% al 3,35%, mentre quello a cinque anni – su cui molti istituti di credito basano i propri tassi di mutuo – è passato dal 3,95% al 3,85 per cento.
Nello stesso comunicato la Banca centrale cinese ha preannunciato una “riduzione dei requisiti di garanzia per i suoi prestiti a medio termine a partire da questo mese”.
Secondo gli analisti cinesi gli attuali tagli dei tassi di riferimento rientrano nel programma economico approvato nel corso della recente Terza sessione plenaria, che si è tenuta la scorsa settimana dal Comitato centrale del Partito comunista, incentrata su riforma e questioni economiche. I consumi interni sono in calo, la crisi immobiliare è lontana dalla fine, mentre per molti economisti il Paese è sull’orlo della deflazione. Va su di giri la guerra commerciale tra la Cina gli Stati Uniti e l’Unione europea che mette a rischio l’export tecnologico cinese dagli automobili elettrici ai pannelli solari.