Cina. In netto calo l’afflusso di investimenti diretti esteri

Ancora problemi per l’economia cinese, che fa fatica a riprendersi dopo il periodo della pandemia del Covid-19. Questa volta a tradire le aspettative degli analisti sono stati gli investimenti diretti esteri (IDE): nel mese di gennaio del 2024 l’afflusso di IDE in Cina ha registrato una flessione senza precedenti dell’11,7% su base annua. Le tensioni politiche tra la Cina e gli Stati Uniti divisi sulle questioni dell’Ucraina e di Taiwan hanno alimentato le riluttanza delle aziende straniere a espandere la portata delle loro operazioni finanziarie in Cina. Secondo i dati diffusi dal ministero del Commercio cinese “nel 2023 gli investimenti diretti di imprese straniere nella seconda maggiore economia mondiale sono cresciuti di appena 33 miliardi di dollari, scendendo a un minimo storico dal 1993”. Come conseguenza l’anno scorso l’afflusso di IDE in Cina si è contratto dell’82% rispetto ai risultati registrati nel 2022.

Lo stesso ministero del Commercio ha notato però che nel solo mese di gennaio 2024 in Cina sono state create 4.588 nuove imprese a partecipazione straniera, in aumento del 74,4% rispetto ai risultati registrati nel gennaio del 2023.

Gli investimenti diretti esteri hanno registrato una preoccupante contrazione nel terzo trimestre del 2023, per la prima volta dal 1998. Gli investitori strategici temono l’escalation del conflitto tra la Cina e Taiwan con un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, del Giappone e dei loro alleati europei.

Secondo i dati resi pubblici da Tokyo nel 2023 gli investitori giapponesi hanno contribuito solo per il 2,2% ai nuovi investimenti effettuati in Cina. Gli investimenti giapponesi risultano inferiori agli investimenti nipponici nell’economia del Vietnam, dell’India e rappresentano solo il 25% degli investimenti giapponesi in Australia.