Ulteriori dazi in risposta a quelli di Bruxelles sulle auto elettriche di Pechino potrebbero colpire il settore lattiero-caseario
La Cina sta studiando una risposta ai dazi imposti dall’Unione europea sulle importazioni delle auto elettriche da Pechino.
Il 21 agosto era stata inaugurata un’indagine relativa alle sovvenzioni europee su latte e derivati. Nella stessa giornata l’Associazione cinese dei produttori di automobili (CAAM) aveva avvertito che la mossa della Commissione europea potrebbe “avere un grave impatto sull’industria automobilistica dell’UE, sull’occupazione e sugli sforzi per uno sviluppo verde e sostenibile”, riporta l’agenzia Xinhua.
Dall’associazione arriva la richiesta di mantenere il dialogo sottolineando che l’industria automobilistica cinese e quella europea “sono altamente complementari, come è stato ripetutamente dimostrato da BMW, Volkswagen e altre aziende dell’UE con l’espansione delle loro attività nel settore dei veicoli a nuova energia (NEV) in Cina”. Al tempo stesso aziende come CATL, NIO e BYD hanno costruito fabbriche in Paesi europei come Germania e Ungheria.
In ogni caso, in attesa che i dazi sulle auto elettriche cinesi siano effettivamente votati a ottobre nei 27 Paesi UE, il dipartimento finanziario del ministero del Commercio ha discusso un possibile aumento delle aliquote dei dazi sulle auto di grossa cilindrata dall’Unione europea. In previsione ci sarebbe un innalzamento dei dazi dal 15%, come sono oggi, fino al 25%. Una misura che colpirebbe le vetture con motori superiori a 2,5 litri e che è quindi rivolta principalmente ai produttori premium tedeschi (BMW, Mercedes, Volkswagen) che sono anche, insieme al governo di Berlino, i più critici verso la decisione della Commissione europea.