Grazie all’intervento della Cina il Paese dell’Africa Occidentale potrà riavviare la produzione di alluminio
La Nigeria ha firmato un contratto da 1,2 miliardi di dollari con la società di ingegneria statale cinese, CNCEC, per l’ammodernamento tecnico di uno stabilimento di lavorazione del gas. L’impianto è fondamentale per la produzione di alluminio in questo Paese dell’Africa Occidentale. Per la parte nigeriana il contratto è stato siglato da BFI Group, il maggiore investitore della società metallurgica nigeriana, la “Aluminum Smelter Company of Nigeria” (ALSCON).
Come ha sottolineato in un comunicato il ministero del Petrolio della Nigeria il “contratto firmato tra CNCEC e BFI Group rappresenta il primo importante passo verso la rivitalizzazione della fonderia da anni in stato di fermo, afflitta di inattività a causa di controversie legali e di problemi finanziari”. In base all’accordo miliardario la CNCEC “rianimerà” lo stabilimento di lavorazione del gas, che potrà erogare fino a 135 milioni di piedi cubi standard al giorno (circa 4 milioni di metri cubi) da utilizzare presso la fonderia attualmente inattiva, che sarà in grado di produrre annualmente 300.000 tonnellate di alluminio.
Da parte sua il ministro nigeriano dell’Industria del gas, Epkerikpe Ekpo (nella foto), ha dichiarato che il “riavvio dell’impianto energetico consentirà alla Nigeria di sviluppare più fasi del processo di produzione dell’alluminio” e di posizionarsi “come uno dei principali produttori di alluminio non solo in Africa, ma anche nel mondo”. Secondo Ekpo durante la seconda fase di ammodernamento tecnologico lo stabilimento potrà produrre circa un milione di tonnellate di alluminio all’anno e generare fino a 540 megawatt di elettricità.