Colombia, record produzione di coca: il Governo cambia rotta

La Colombia continua a battere record su record: protagonista è la coltivazione che ha purtroppo reso il Paese sudamericano famoso nel mondo, la coca.

Le coltivazioni di Erythroxylum coca, da cui si ricava la cocaina, hanno battuto il record per il secondo anno di seguito il record, attestandosi a 230.000 ettari censiti sul territorio colombiano nel 2022 (+ 13% rispetto al 2021), secondo quanto emerge dal rapporto annuale dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe (UNODC). Il risultato è una produzione di 1.738 tonnellate della sostanza stupefacente, il 24% in più rispetto al 2021.

La maggior parte della cocaina colombiana è coltivata nelle zone meridionali di Narino e Putumayo, al confine con l’Ecuador e il Perù e nella zona settentrionale di Santander che confina invece con il Venezuela, zone strategiche per esportare la materia prima che viene sempre più lavorata fuori dalla Colombia per minimizzare la percentuale di sequestri. Quasi la metà dei campi illegalmente coltivati è situato all’interno di riserve indigene o parchi naturali e le coltivazioni sono in mano a gruppi paramilitari di destra come di sinistra e ai cartelli comandati dai “Signori della droga”.

Seppur sia illegale, la coca è un vero e proprio fattore economico per la Colombia da cui dipende la sussistenza di intere comunità oltre che, chiaramente, un affare miliardario per i “Signori della droga”, protagonisti di atti di violenza e guerriglia che dilaniano i Paesi sudamericani.
Il Governo colombiano ha fatto sapere che sta adottando nuove politiche sulle droghe finalizzate a smantellare le organizzazioni criminali con il minor danno possibile per i produttori rurali.

“Quello che propongo è di avere una voce diversa e unitaria che difenda la nostra società, il nostro futuro e la nostra storia e che smetta di ripetere un discorso fallimentare – ha spiegato il 10 settembre il presidente colombiano, Gustavo Preto, nel corso della Conferenza sulle droghe dell’America Latina – È tempo di ricostruire la speranza e di non ripetere le guerre sanguinose e feroci, la mal denominata ‘guerra alla droga’, che vede la droga come un problema militare e non come un problema di salute per la società”.

In più occasioni Preto aveva criticato la linea dettata dagli Stati Uniti di lotta alla droga sottolineando l’evidente fallimento dell’approccio “militare” che non ha fatto altro che provocare ingenti spargimenti di sangue.

Tra le proposte concrete c’è l’amnistia per i narcotrafficanti disposti ad abbandonare il commercio e l’acquisto di terreni coltivabili da ridistribuire ai piccoli agricoltori affinché possano vivere di coltivazioni legali. L’obiettivo è una “pace totale” nel Paese.