Un gruppo di militari ha annunciato di aver preso il potere in Gabon. E’ successo nella giornata di mercoledì, poco dopo che erano stati annunciati i risultati delle elezioni presidenziali che avevano visto vincitore Ali Bongo, al terzo mandato.
Il Gabon è uno degli stati più ricchi dell’Africa occidentale: ha una popolazione di poco più di 2 milioni di abitanti e ingenti risorse naturali. Un terzo della popolazione vive tuttavia in condizioni di povertà estrema e questa è una delle maggiori critiche all’establishment che non sarebbe stato capace di utilizzare i ricavi del petrolio per un benessere diffuso. Fin dal 1967 (poco dopo l’indipendenza dalla Francia, avvenuta nel 1960), il Paese è guidato dalla stessa famiglia, Ali Bongo, presidente appena destituito, è figlio di Omar Bongo che è stato in carica dal 1967 al 2009.
Gli ufficiali autori del colpo di stato hanno spiegato tramite il canale televisivo Gabon 24 che “i risultati delle elezioni sono stati annullati, che tutte le frontiere sono state chiuse fino a nuovo ordine e che le istituzioni dello stato sono state sciolte”; quindi il governo, il senato, l’assemblea nazionale, la corte costituzionale e il corpo elettorale. I militari hanno aggiunto che “il Paese sta attraversando una grave crisi istituzionale, politica, economica e sociale e che le elezioni del 26 agosto sono state prive di trasparenza e quindi di credibilità”.
Secondo quanto riporta Reuters, le elezioni da poco concluse si sono svolte in un clima definito “preoccupante”: mancavano osservatori internazionali sul posto e le autorità hanno cercato di “isolare” il paese tagliando internet e imponendo un coprifuoco notturno.
I risultati della tornata elettorale diffusi dalla commissione elettorale gabonese avevano visto Ali Bongo vincitore con il 64,27% delle preferenze contro il 30,77% di voti andati al suo principale oppositore, Albert Ondo Ossa, che aveva denunciato brogli elettorali.
“Se confermato, si tratta di un altro colpo di stato militare che aumenta l’instabilità dell’intera regione – ha spiegato l’alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell – L’intera area, a partire dalla Repubblica Centrafricana, poi il Mali, poi il Burkina Faso, ora il Niger, forse il Gabon, è in una situazione molto difficile e certamente i ministri (della difesa degli stati UE, ndr) devono riflettere a fondo su ciò che sta accadendo lì e su come possiamo migliorare la nostra politica nei confronti di questi Paesi. E’ un gran problema per l’Europa”.