Le inedite foto-prova: centinaia di centrifughe, per creare uno degli arsenali nucleari più potenti del mondo
Se nel mondo circolavano dei dubbi sull’arsenale nucleare della Corea del Nord, ora Pyongyang ha messo i puntini sulle “i”: l’agenza di stampa ufficiale nordcoreana KCNA ha pubblicato per la prima volta in assoluto venerdì, 13 settembre, le immagini dei suoi impianti di arricchimento dell’uranio, in occasione della visita di Kim Jong-un al “Nuclear Weapons Institute”, nel corso della quale il leader nordcoreano ha chiesto un “drastico rafforzamento delle capacità di arricchimento di materiali fissili del Paese”.
Pyongyang ha effettuato per la prima volta il test nucleare nel 2006 e da allora ha fatto dei notevoli progressi sia per quanto riguarda la produzione di uranio arricchito da utilizzare nelle testate nucleari che per quanto riguarda la progettazione e la produzione dei missili balistici, che secondo Kim Jong-un sono in grado di raggiungere non soltanto la Corea del Sud, ma anche il Giappone e addirittura gli Stati Uniti.
Proprio il giorno della “storica visita” di Kim Jong-un, Taiwan ha protestato contro un nuovo lancio di missili balistici nordcoreani verso il Mar del Giappone. Secondo le informazioni fornite anche dal Governo giapponese, Pyongyang ha lanciato due missili da un sito lungo la sua costa occidentale. I missili hanno percorso una distanza di 350 chilometri e hanno raggiunto un’altitudine di 100 chilometri. La Corea del Nord non effettuava lanci di missili dal primo luglio scorso.
La Corea del Nord è soggetta per il suo programma nucleare-militare a numerose sanzioni delle Nazioni Unite e finora non aveva mai mostrato pubblicamente queste strutture. Le centrifughe ad alta velocità sono utilizzate per produrre l’uranio altamente arricchito necessario per costruire testate nucleari. Durante la visita, il leader nordcoreano ha sollecitato ad accelerare la produzione di materiale fissile per le armi nucleari tattiche, ribadendone l’importanza come deterrente nei confronti degli Stati Uniti e dei loro alleati e come strumento “di autodifesa, ma anche di attacco preventivo”.