Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, ha nominato l’ex viceministro degli Esteri sudcoreano, Lee Do-hoon, a nuovo Ambasciatore di Seul in Russia. L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha ricordato che “in passato Lee Do-hoon aveva ricoperto anche la carica di inviato speciale di Seul per le questioni nucleari”. Il nuovo Ambasciatore sudcoreano sostituirà a Mosca Chang Ho-jin, che era stato promosso alla carica di primo viceministro degli Esteri del Paese asiatico.
L’annuncio arriva il giorno in cui una numerosa delegazione militare russa si trova a Pyongyang, dove con i vertici politici cinesi partecipa alle celebrazioni del 70° anniversario della fine della guerra tra le due Coree, chiamato ufficialmente nella Corea del Nord come “vittoria del popolo coreano nella guerra Liberatoria e Patriottica del 1950-1953”. In quei anni l’Unione Sovietica aiutò il governo nordcoreano con a capo il leader comunista, Kim Ir-sen, con armi, munizioni e specialisti militari, mentre gli Stati Uniti si schierarono dalla parte di Seul.
Il ministero della Difesa russo ha sottolineato che la visita di Shoigu “contribuirà a rafforzare i legami militari tra Mosca e Pyongyang e diventerà una tappa importante nello sviluppo della cooperazione tra i due Paesi”. Durante la visita della delegazione russa che durerà fino al 27 luglio sono previsti anche dei colloqui bilaterali con Li Hongzhong membro del Comitato politico centrale partito Comunista cinese e detiene una posizione di leadership nell’organo superiore dell’Assemblea nazionale del popolo, come in Cina si chiama il Parlamento. Secondo i media cinesi nel 2023-2024 le forze armate russe e quelle cinesi (Armata popolare liberatoria) terranno una serie di esercitazioni militari congiunte “sulla terra, nei cieli e nei mari”.
Il 12 giugno scorso il leader nordcoreano, Kim Jong-un, ha manifestato il pieno sostegno e la solidarietà “al popolo della Russia che difende la propria sovranità nazionale nella battaglia storica contro gli imperialisti occidentali”.
Proprio alla vigilia delle celebrazioni di questi giorni la Corea del Nord aveva lanciato alcuni missili nel Mar Giallo e anche nel Mar del Giappone. I lanci, molto criticati dal Giappone, avevano seguito le operazioni militari congiunti tra la Corea del Sud e gli Stati Uniti con la partecipazione del sottomarino nucleare statunitense USS Kentucky, fatto che non accadeva da diversi anni.
Alla sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il vice rappresentante della Russia, Anna Evstigneeva, si era rivolto con un forte appello agli Stati Uniti “affinché facciano dei passi concreti verso la ripresa del dialogo costruttivo tra Washington e Pyongyang”.
Infine, un altro importante cambiamento del panorama diplomatico a Mosca riguarda la nomina di Alexander Graf Lambsdorff, già deputato del Partito liberaldemocratico (Fdp) al Bundestag, alla carica di nuovo Ambasciatore della Germania in Russia. Lambsdorff ha avvicendato Geza Andreas von Geyr, alla guida della missione tedesca nella capitale della Russia sin dal 2019. Il 25 luglio scorso, prima di partire dalla capitale russa von Geyr ha definito i quattro anni a Mosca come “straordinari, avventurosi, a volte deludenti, spesso felici, ma mai noiosi”.
Secondo il quotidiano Der Spegel, Lambsdorff, 56 anni, è “tra i più importanti esperti di relazioni internazionali nella maggioranza che forma il Governo federale della Germania”. Di formazione diplomatico, l’aristocratico ha servito nell’Unità di pianificazione del ministero degli Esteri tedesco dal 1997 al 1998. Dal 2000 al 2003, Lambsdorff è stato impiegato presso l’ambasciata della Germania a Washington, per poi tornare al dicastero come appunto referente per la Russia. Dal 2004 al 2017 Lambsdorff è stato eletto deputato del Parlamento europeo, come esponente della Fdp di cui è stato vicepresidente dal 2014 fino alla fine del mandato. Eletto al Bundestag dal 2017, Lambsdorff prima della nomina al vertice dell’ambasciata tedesca nella capitale russa è stato vicepresidente del gruppo liberaldemocratico.
Il 1° luglio scorso, prima di recarsi a Mosca, Lambsdorff ha dichiarato che “il principale conflitto del 21° secolo si svolgerà tra gli Usa e la Cina”, mentre la Germania deve “scegliere la parte di questo conflitto con cui schierarsi”.