Il presidente destituito Yoon suk-Yeol resta sotto la protezione della sua guardia presidenziale, mentre i suoi collaboratori hanno ostacolato tutti i precedenti tentativi degli investigatori di eseguire perquisizioni nel suo ufficio
Mentre la Corte costituzionale della Corea del Sud sta esaminando a passo di lumaca il caso del presidente destituito Yoon suk-Yeol (nella foto), un tribunale di Seul, la capitale del Paese asiatico, ha emesso martedì, 31 dicembre, un mandato di arresto per il presidente sospeso dalla carica, accusato di “insurrezione in relazione al suo tentativo di imporre la legge marziale all’inizio di dicembre 2024”.
L’Ufficio di indagine per la corruzione degli alti funzionari ha diffuso una nota in cui si afferma che “è stato emesso un mandato di arresto nei confronti di Yoon e per eseguire perquisizioni relative al suo caso”. Non sono stati specificati i dettagli su quando tali mandati potrebbero essere eseguiti: se ciò accadesse, Yoon diventerebbe il primo presidente sudcoreano in carica ad essere arrestato.
Come scrive la stampa sudcoreana “l’emissione di un mandato d’arresto rappresenta un’escalation delle tensioni politiche in corso nella Corea del Sud e arriva alla fine di un mese tumultuoso nella breve storia democratica del Paese”. Si ricorda che Yoon “ha gettato il Paese nel caos il 3 dicembre, quando ha annunciato inaspettatamente un piano per instaurare la Legge marziale e ha inviato soldati a fare irruzione nella sede dell’Assemblea nazionale (Parlamento)”. Il tentato colpo di Stato è durato per poche ore, poiché i “legislatori riusciti a introdursi in Parlamento hanno subito votato e hanno respinto la Legge marziale di Yoon all’unanimità, dopodiché il presidente l’ha ritirata”.
Nelle settimane passate dopo il tentato colpo di Stato Yoon è apparso in pubblico una sola volta, pronunciando il 7 dicembre un breve discorso televisivo in cui si è scusato per “aver causato ansia e disagio” con la proclamazione della Legge marziale. Il 14 dicembre i parlamentari hanno votato e approvato l’”impeachment” di Yoon, che è stato sospeso dalle sue funzioni con effetto immediato. Ora il popolo sudcoreano è in attesa di una decisione finale dalla Corte costituzionale, che ha 180 giorni per esprimersi in merito. Il problema è che la Corte costituzionale ha tre seggi vacanti su nove. Intanto Yoon resta sotto la protezione della sua guardia presidenziale, mentre i suoi collaboratori hanno ostacolato tutti i precedenti tentativi degli investigatori di eseguire perquisizioni nel suo ufficio, secondo quanto riportato dai media locali. Yoon ha ignorato ben tre le convocazioni a comparire per un interrogatorio e non ha dato alcuna indicazione di voler cooperare con l’indagine.