Corea del Sud: spiccato mandato d’arresto contro ex presidente Yoon

Il politico, accusato di ribellione, reato punibile nella Corea del Sud con la pena capitale, non si è presentato alle tre convocazioni per l’interrogatorio.

Yoon Suk-yeol dichiara la Legge marziale

Gli inquirenti sudcoreani hanno chiesto a un Tribunale di Seul di emettere un mandato di arresto per il presidente deposto Yoon Suk-yeol (nella foto), sotto l’impeachment per il suo fallito tentativo di imporre nel Paese asiatico la Legge marziale. Accusato di ribellione, Yoon Suk-yeol, ha rifiutato per tre volte di presentarsi all’interrogatorio. Come è stato annunciato in un comunicato, lunedì 30 dicembre, ovvero il giorno dopo il terzo rifiuto di Yoon, i servizi investigativi hanno presentato la richiesta ai giudici di emettere un mandato di arresto.

Rimosso dalla carica in seguito a un voto del Parlamento sudcoreano il 14 dicembre, Yoon è attualmente sospeso in attesa che la Corte costituzionale decida se convalidare o meno la decisione dei deputati. Gli è stato vietato di lasciare il Paese. Secondo i media, Yoon, 64 anni, si rifiuta anche di riconoscere le convocazioni inviategli dalla Corte costituzionale.

L’ex capo di Stato è indagato per “ribellione”, un reato punibile con la morte in Corea del Sud, per aver imposto la Legge marziale il 3 dicembre e aver inviato l’esercito in Parlamento per cercare di mettergli i bastoni tra le ruote, prima di fare marcia indietro poche ore dopo sotto la pressione dei parlamentari e della strada.