Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato oggi il decreto che ha esteso per altri due anni le sanzioni economiche, introdotte dal Cremlino nel marzo del 2022 “in risposta” alle politiche sanzionatorie anti russe degli Stati Uniti, dell’Unione europea, del Canada, dell’Australia, del Giappone e di alcune altri Paesi del mondo.
Entro la fine del 2025 saranno rigorosamente limitate le importazioni russe di prodotti e di servizi, provenienti dai Paesi “non amichevoli”, che hanno appoggiato la politica di sanzioni contro la Russia. Inoltre la Russia vieta le esportazioni verso questi Paesi di macchinari e di attrezzature di vario tipo, ma soprattutto di materie prime come metalli e legname, di concimi chimici e di fertilizzanti, di prodotti dell’industria chimica, di prodotti agricoli. La lista elaborata dal Consiglio dei ministri di Mosca e approvata da Putin è molto lunga.
Secondo i dati di Eurostat nel periodo compreso tra gennaio e maggio del 2023 le esportazioni russe verso l’Europa di rame raffinato e di leghe di rame sono calate di cinque volte rispetto al corrispondente periodo del 2022, scendendo a quota 32.200 tonnellate. Nel periodo indicato i maggiori Paesi-importatori di rame russo sono stati i Paesi Bassi, l’Italia, la Grecia, la Germania, la Spagna e la Bulgaria. Nel 2022 le esportazioni russe di rame raffinato e di leghe di questo metallo, indispensabili per l’industria dell’auto e per la produzione di componenti elettrici ed elettronici, ha totalizzato 301.600 tonnellate, ovvero +2% rispetto ai risultati registrati nel 2021.
Si sta diminuendo l’import europeo dalla Russia del minerale di ferro, che nel 2022 ha registrato una flessione di quattro volte, fino a 2,9 milioni di tonnellate. Sempre l’anno scorso la Russia ha tagliato del 39% fino a 13,6 milioni di tonnellate le proprie esportazioni verso l’Europa di prodotti siderurgici.
Nel maggio del 2023 il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato l’embargo sulla commercializzazione nella Ue dei diamanti russi. Da parte sua la Gran Bretagna ha dichiarato di voler vietare l’import sull’isola di diamanti, di rame, di alluminio e di nickel “made in Russia”. In questo modo l’Europa vuole falciare una fonte strategica di introiti del budget russo.