Incontro segreto al Cremlino tra Putin e i Wagner

Ancora il 29 di giugno, ovvero cinque giorni dopo la tentata rivolta che aveva messo sotto shock la Russia e il mondo intero, il presidente, Vladimir Putin, ha incontrato al Cremlino Evghenij Prigozhin, capo della compagnia militare privata, Wagner, e i 34 comandanti di questo mini esercito.
Ma solo oggi il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, ha reso pubblici pochi e quanto scarni particolari del clamoroso incontro, che si era tenuto a porte chiuse ed era durato “più di tre ore”.
“È vero che il presidente ha partecipato all’incontro. Ha trasmesso l’invito a 35 persone. Sono stati presenti tutti i comandanti militari. Compreso Prigozhin”, ha detto oggi Peskov ai giornalisti.
Come ha precisato il portavoce presidenziale Putin ha fornito “una valutazione delle azioni della compagnia al fronte durante l’Operazione militare speciale” (in Ucraina, N.d.R.), e ha “anche dato ai partecipanti una visione propria degli eventi del 24 giugno”.
Il mese scorso Prigozhin e sue truppe hanno preso brevemente il controllo della città meridionale russa di Rostov sul Don e hanno minacciato una marcia su Mosca, in quella che è stata ritenuta dagli osservatori internazionali “la più grave sfida al potere di Putin da quando venne nominato a presidente della Federazione Russa nel 1999”.
Sempre secondo Peskov “Prigozhin e i suoi uomini hanno assicurato a Putin il loro pieno sostegno e la loro fedeltà incondizionata, mentre il leader del Cremlino ha chiesto all’armata di tornare a combattere per la Russia”.
Il drammatico conflitto, provocato dalle acute divergenze tra il gruppo Wagner e i vertici del ministero della Difesa russo, è stato disinnescato in un accordo mediato dal presidente bielorusso, Alexandr Lukashenko. Il capo dei Wagner con i suo 35mila militari, super addestrati e reduci dei conflitti armati in Africa, in Siria e in Ucraina avrebbero dovuto trasferirsi in Bielorussia, ma lo stesso Lukashenko ha detto la scorsa settimana che Prigozhin era tornato in Russia.