Le coste tunisine sono le basi di partenza principali degli oltre 130.000 sbarchi registrati in Italia dall’inizio del 2023
Sale ancora di grado la tensione tra l’Unione europea e la Tunisia, dopo che il presidente di questo Paese nord-africano, Kais Saied, ha rifiutato i fondi stanziati da Bruxelles per lo sviluppo della cooperazione economica, ma soprattutto per arginare i flussi migratori verso l’Europa.
In una nota diffusa dall’Amministrazione presidenziale a Tunisi, Saied ha dichiarato che l’entità della prima tranche – 127 milioni di euro – “viola lo spirito del memorandum d’intesa siglato a luglio con Bruxelles nonché la risoluzione della conferenza di Roma sulle migrazioni”.
Nel litigio tra Tunisi e Bruxelles, l’Italia è il Paese più esposto che si trova tra l’“incudine” di un’ondata di migranti impossibile da controllare, e il “martello” della posizione dei Paesi-vicini, come Francia e Germania, che chiudono i propri confini di fronte alle colonne dei profughi africani.
Nonostante il fatto secondo cui la Commissione europea abbia “paventato” l’erogazione di altri 42 milioni di euro ad hoc per le “imbarcazioni della guardia costiera tunisina”, senza però indicare una data precisa del versamento, il presidente Saied ha bollato i finanziamenti di Bruxelles come “elemosina” e ha chiesto il “rispetto” nei confronti della Tunisia.
Al centro della polemica tra Tunisi e Bruxelles si è trovato il “memorandum of understanding” mediato dal presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e firmato dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal premier olandese uscente, Mark Rutte.
Secondo i media tunisini in base al memorandum “dovrebbero essere stanziati più di un miliardo di euro complessivi”, che andrebbero suddivisi in alcune tranche per il rafforzamento dei controlli costieri (105 milioni di euro), per il sostegno diretto del budget tunisino (150 milioni), mentre 900 milioni di euro, subordinati al raggiungimento di un’intesa con il Fondo monetario internazionale sul debito cumulato dalla Tunisia, dovrebbero essere investiti nell’assistenza macro-economica a questo Paese nordafricano.
Secondo l’agenzia di stampa TAP per Saied le promesse di cooperazione sono solo “buoni auspici”, mentre in realtà l’Unione europea chiede alla Tunisia una sola cosa, anzi due: il “blocco ferreo dei confini e il controllo totale delle partenze dei migranti dalle costa tunisine”, che rappresentano la base di partenza principale degli oltre 130.000 sbarchi, registrati in Italia dall’inizio del 2023.
“La Tunisia, accetta la cooperazione, ma non accetta la carità né l’elemosina. Il nostro Paese e la nostra gente non vogliono pietà, ma esigono rispetto”, ha dichiarato Saied, secondo il quale “la Tunisia respinge quanto annunciato nei giorni scorsi dalla UE, e non per l’importo, perché tutta la ricchezza del mondo non vale un grammo della nostra sovranità, ma perché la proposta contraddice il memorandum d’intesa, firmato a Tunisi nello spirito che ha prevalso alla conferenza di Roma dello scorso luglio”.
“La Tunisia – ha infine sottolineato Saied – sta facendo tutto il possibile per smantellare le reti criminali che trattano esseri umani e organi umani”.