Entro il 2050 l’umanità si troverà di fronte al problema di una drammatica penuria di acqua potabile
Già l’anno prossimo circa il 50% degli abitanti della Terra soffrirà per l’insufficienza di acqua pulita mentre più di un milione di persone saranno uccise dalle malattie, causate dall’acqua inquinata e dai problemi sanitari.
La crisi idrica nel mondo diventa sempre più acuta e verso la metà del 21° secolo danneggerà molto gravemente la produzione dei generi alimentari. A queste conclusioni sono arrivati gli analisti della Commissione globale per l’economia dell’acqua (Global Commission On the Economics Of Water, GCEW), secondo i quali senza una serie di misure urgenti per tutelare le risorse idriche ancora disponibili e per fermare la distruzione dei sistemi ecologici dai quali dipende la riproduzione delle risorse di acqua dolce, l’umanità rischia l’estinzione.
La GCEW è stata istituita dai Paesi Bassi nel 2022 per analizzare i risultati delle ricerche degli scienziati e degli economisti di tutto il mondo e per elaborare una visione completa dello stato dei sistemi idrologici globali. Il rapporto della GCEW rappresenta attualmente il più completo studio che per la prima volta ha analizzato fino in fondo tutti gli aspetti della crisi idrica.
La metà dell’umanità sta soffrendo della penuria di acqua pulita e potabile e questo dato continuerà a crescere rapidamente. La sparizione delle fonti di acqua dolce danneggeranno la qualità della vita degli interi popoli e inoltre farà aggravare le crisi economiche: l’insufficienza di acqua dolce pulita rallenterà i ritmi di crescita dell’economia globale in media dell’8% all’anno.
Tra pochi anni la crisi idrica colpirà in maniera drammatica i territori densamente popolati del nord-ovest dell’India, del nord-est della Cina, nonché dell’Europa orientale e meridionale, tra cui l’Italia. Si stima che le reti idriche italiane continuano a registrare perdite significative: secondo i dati del 2022 diffusi dall’agenzia delle statistiche italiana ISTAT, il 42,4% dell’acqua potabile viene disperso. Questo volume d’acqua potrebbe soddisfare le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un anno intero, equivalenti al 75% della popolazione italiana. Questo dato, peggiore rispetto al 42,2% registrato nel 2020, evidenzia la persistente inefficienza delle infrastrutture idriche del Paese.
Con gli esperti della GECW sono d’accordo su grandi linee i loro colleghi delle Nazioni Unite, secondo i quali già oggi fino a 2,4 miliardi di persone, ovvero il 30% della popolazione mondiale, vive in regioni con carenze idriche, croniche o temporanee. Entro il 2050, questo numero dovrebbe salire a circa 6 miliardi di persone. Per questo, la crisi idrica mondiale richiede soluzioni innovative in vari settori, dai sistemi di irrigazione intelligenti ed economici alla protezione preventiva dalle inondazioni, dal trattamento efficiente delle risorse al riciclo delle acque reflue.