Il cancelliere, Olaf Scholz, licenzia il ministro delle Finanze, Christian Lindner, e annuncia voto di fiducia il 15 gennaio prossimo
Prospettive politiche ed economiche per la Germania sempre a tinte più fosche. Dopo mesi di dissidi e di aspre divergenze all’interno della coalizione tripartitica, bollata come “semaforo”, ieri sera si è consumata la definitiva rottura della trojka di governo, composta di socialdemocratici (SPD), liberaldemocratici (FDP) e Verdi. Non sono servite a niente le riunioni la scorsa settimana del cosiddetto “comitato di coalizione” nel corso delle quali il cancelliere tedesco, Olaf Scholz (Partito socialdemocratico), il ministro dell’Economia, Robert Habeck (Verdi), e l’ex ministro delle Finanze, Christian Lindner (Partito liberaldemocratico) hanno cercato in vano di trovare un compromesso sui temi della politica economica. Dopo tre giorni di colloqui Lindner ha deciso di porre la parola “fine” al negoziato proponendo di andare “il prima possibile” a elezioni anticipate.
La proposta del ministro delle Finanze e leader liberaldemocratico è stata subito respinta da Scholz che ha chiamato l’ex alleato “traditore” e ha annunciato l’estromissione di Lindner dall’incarico.
Una reazione dell’FDP non si è fatta aspettare: A seguito del licenziamento di Lindner, anche gli altri ministri appartenenti al Partito liberaldemocratico e attualmente al governo in Germania, hanno rassegnato le loro dimissioni. Come scrive la stampa tedesca “nello specifico si tratta di Marco Buschmann (Giustizia), Volker Wissing (Trasporti) e Bettina Stark-Watzinger (Istruzione)”.
“Abbiamo bisogno di un Governo efficace che abbia la forza di prendere le decisioni necessarie per la Germania”, ha dichiarato Scholz durante una conferenza stampa indetta subito dopo la conclusione del vertice dell’esecutivo. Secondo Scholz “il leader dell’FDP ha “tradito la mia fiducia”, e “non ci sono più le basi per continuare a collaborare. Lindner non può nascondersi quando le situazioni si complicano. La sua politica di ribasso delle tasse ha creato insicurezza, favorendo una minoranza benestante, mentre Stati Uniti e Cina continuano a investire. Questo è una mancanza di rispetto verso chi paga le tasse in modo onesto”, ha sottolineato Scholz.
Secondo il cancelliere nel pieno della crisi economica in Germania bisogna agire subito e tutti insieme: “La nostra economia non può attendere le nuove elezioni. Dobbiamo agire subito”, ha detto Scholz, indicando tra le priorità la nuova legge sulle pensioni, un “atto necessario per garantire il benessere dei cittadini che dovrà essere finalizzata entro marzo”.
In questo contesto Scholz ha annunciato che “chiederà quanto prima al Bundestag l’avvio delle procedure di un voto di fiducia” che, con ogni probabilità, avverrà il 15 gennaio. Secondo il cancelliere, infatti, questa decisione “permetterà ai membri del Parlamento di valutare se aprire la strada a elezioni anticipate”, chieste da Lindner, che nel caso di una decisione favorevole “potrebbero tenersi entro la fine di marzo”.
Nel frattempo, a seguito delle dimissioni in blocco dei ministri di Finanze, Giustizia, Istruzione e Trasporti secondo un documento siglato dal Gabinetto federale tre anni fa, i dicasteri “orfani” saranno guidati da tre membri del Partito socialdemocratico e da uno dei Verdi. Nello specifico l’attuale ministro dell’Interno, Nancy Faeser, guiderà il dicastero della Giustizia al posto di Marco Buschmann. Bettina Stark-Watzinger, che deteneva il ministero dell’Istruzione, sarà sostituita da Lisa Paus (Verdi), ministro della Famiglia. Infine il ministro dell’Ambiente, Steffi Lemke, dovrà sostituire l’ex collega il ministro dei Trasporti, Volker Wissing.