A 65 anni dalla “Revolucion”, Cuba sta attraversando una delle peggiori crisi della sua storia. Nelle prossime settimane la popolazione potrebbe vivere la carenza anche di uno dei più elementari mezzi di sussistenza: il pane. Il ministero dell’Industria alimentare di L’Avana ha infatti spiegato che c’è carenza di farina di grano e fino alla fine del mese di marzo non potrà garantire la fornitura di pane tramite il libretto che regola l’approvvigionamento di beni. Dall’Empresa de Molineria, ovvero l’azienda di stato che produce le farine, arrivano infatti notizie circa la difficoltà di reperire le materie prime.
Nel 2023 il PIL del Paese si è contratto del 2% e l’inflazione è stata del 30% con gravi carenze di prodotti e la crescita dei beni di prima necessità come cibo, medicinali e carburanti. Nel mese di febbraio il prezzo calmierato della benzina è salito di più del 500%, da 20 centesimi di dollari al litro a oltre 1 dollaro.
Il Governo sta lentamente attuando alcune riforme di mercato ma nel breve periodo la situazione è al limite per un Paese che importa l’80% delle materie prime e ha serissimi problemi di budget. Secondo quanto riporta il giornale Cubadebate, dei cinque mulini per produrre farina distribuiti sull’isola al momento solo uno è in funzione e produce solamente 250 tonnellate di farina al giorno, troppo poco per un Paese di oltre 11 milioni di abitanti. Ne avrebbe bisogno di più del doppio (circa 20 mila tonnellate al mese) solo per il paniere familiare regolamentato.
Sull’industria alimentare, come su altri settori economici, pesa l’embargo finanziario e commerciale statunitense.