Cuba: dopo la scomparsa della farina il prezzo della benzina alle stelle

È l’effetto della messa in funzione del criticatissimo pacchetto di rincaro dei prezzi, annunciato dal Governo dell’Avana, che non ha fondi per pagare i sussidi

Alla drammatica penuria di farina a Cuba ora si aggiunge  il caro benzina, il cui prezzo è salito da un giorno all’altro del 500 per cento. Un aumento così drammatico fa parte di una serie misure economiche, annunciate dal Governo alla fine del 2023 e subito chiamato dalla popolazione come un “regalo di Natale al popolo cubano”, che in teoria dovrebbe ridurre il peso per le finanze pubbliche dei sussidi, decisi ancora dal Comandante Fidel Castro, ma che le attuali autorità cubane non sono più in grado di pagare.

Oltre al prezzo della benzina, sta per schizzare alle stelle quello dell’elettricità, dei trasporti pubblici e del gas, che viene comunemente usato per cucinare. Di fronte a questa serie di stangate la capacità di acquisto della gente comune non aumenta. Gli stipendi non crescono proprio per niente, mentre ci si aspetta che le entrate di attività informali o private subiranno un forte impatto dall’impennata di prezzi.

I prezzi altissimi da una parte e la penuria di moti prodotti di base che non ci sono per nulla mettono a dura prova la pazienza del popolo dell’Isola della Liberta, come Cuba veniva comunemente chiamata nel mondo negli Anni Sessanta del secolo scorso. Cuba produce veramente molto poco: l’80% del cibo è importato. In questo momento, per esempio, a Cuba manca la farina, e quindi il pane. Per far fronte alla penuria, che a sua volta minaccia la stabilita politica e sociale  del Paese, il Governo cubano si è rivolto al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per ricevere latte in polvere, chiedendo una fornitura urgente, seguita da altre mensili per coprire il fabbisogno dei bambini cubani fino ai sette anni.