De-dollarizzazione: in Cina da sette mesi le riserve auree sono in costante aumento

In un solo mese di maggio Pechino ha acquistato 16 tonnellate di oro. Analisti: Pechino lo fa per ridurre la propria dipendenza dal dollaro.

Anche nel 2023 le autorità finanziarie di Pechino hanno realizzato la propria politica, volta a far crescere a ritmi accelerati le riserve auree del Paese. Secondo i più recenti dati della Banca Popolare Cinese – come in Cina si chiama la Banca centrale che detiene il potere di gestione della politica monetaria – nel mese di maggio 2023 la Cina ha acquistato 16 tonnellate di oro, mentre dal dicembre dell’anno scorso le riserve auree cinesi sono aumentate di ben 144 tonnellate.
Secondo gli analisti del World Gold Council “dal gennaio del 2020 al gennaio del 2023 le riserve auree della Cina sono aumentate rispettivamente da 1948,31 tonnellate a 2069,36 tonnellate”. Nel primo trimestre del 2023 la Cina si è trovata al secondo posto dopo il Singapore come maggiore compratore dell’oro.
Per gli analisti internazionali in questo modo “Pechino cerca di ridurre la dipendenza del sistema finanziario del Paese dal dollaro”. A confermarlo sono stati gli esperti del Markets Insider secondo i quali “parallelamente all’acquisto delle decine di tonnellate di oro, Pechino ha costantemente ridotto la quota del dollaro nella struttura delle proprie riserve auree e valutarie”.
L’8 maggio scorso il State Administration of Currency Exchange (SAFE) cinese ha annunciato, che grazie all’aumento della quota dell’oro, il valore complessivo delle riserve auree e valutarie della Cina ha raggiunto in maggio quota 3.205 miliardi di dollari, contro i 3.184 miliardi nel mese precedente. Secondo il SAFE a fine aprile la quota dell’oro nelle riserve è stata pari a 66.760.000 di once, mentre a marzo il dato era stato pari ai 66,5 milioni.
Dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, la Russia ha smesso di pubblicare i dati sulle proprie riserve auree. Ciononostante le analisi indicano che la Banca centrale cinese e quella russa attualmente detengono, insieme, i due terzi delle 6.000 tonnellate di oro cumulate nei forzieri dei principali Paesi emergenti.
La politica di Pechino si basa sempre di più sui concetti del multipolarismo, della diversificazione e della de-dollarizzazione. In Cina si sviluppano a passi da gigante le più moderne e sofisticate tecnologie del 21° secolo. In questo contesto ancora una volta la politica sanzionatoria degli Stati Uniti e di alcuni Paesi occidentali contro la Cina ha prodotto dei risultati diametralmente opposti. “L’Occidente, il cui sogno era di chiudere la Cina in una gabbia di isolamento scientifico, non può non vedere come Pechino sta diventando il polo mondiale delle innovative scoperte nei settori più avanzati”, ha dichiarato il portavoce del Zhongguancun Forum (ZGC Forum) che si è svolto a Pechino nel periodo 25-30 maggio scorsi.
Zhongguancun è il centro tecnologico e scientifico di Pechino, chiamato anche la Silicon Valley cinese. L’industria innovativa nella capitale cinese sta vivendo uno sviluppo esplosivo. Basta dire, che l’anno scorso, una nuova azienda tecnologica appariva a Pechino una volta ogni cinque minuti. Per quanto riguarda gli startup nel settore delle innovazioni il cui valore di mercato ha superato un miliardo di dollari, Pechino si trova al terzo posto nel mondo.
Quest’anno il ZGC Forum ha riunito delegazioni e rappresentanti di oltre 80 Paesi del mondo. Di fronte ai partecipanti del Forum è intervenuto il fondatore di Microsoft, Bill Gates, che ha invitato a riflettere sulle prospettive di un futuro migliore per l’umanità. “Saremo in grado di mobilitare l’ingegnosità, la conoscenza e l’esperienza per risolvere i problemi e eliminare la povertà in cui attualmente vivono miliardi di persone? E che invece passeranno a una vita sana e produttiva? Penso che possiamo finalmente rispondere in maniera affermativa a questa domanda”, ha detto Bill Gates.
Basta citare alcuni dei temi del ZGC Forum-2023 per capire di che si tratta: l’intelligenza artificiale, la scienza quantistica, l’interfaccia tra il computer e il cervello umano. Nel suo messaggio di saluti ai partecipanti del Forum il presidente cinese, Xi Jinping, ha ricordato che “per il 2025 Pechino dovrà diventare la capitale globale delle innovazioni”.
Per attirare nella Silicon Valley di Pechino i big dell’industria hi tech mondiale le autorità cinesi hanno costituito la speciale zona economica e doganale “Zhongguancun”, che offre alle società-residenti aliquote fiscali e doganali a livello “zero”. Negli ultimi anni più di 300 gruppi transnazionali e maggiori società del mondo sono diventati residenti del territorio di sviluppo innovativo a Pechino.
Infine si può dire che la Cina coglie ogni occasione per guadagnare terreno sui mercati internazionali e usa con successo a proprio favore la politica sanzionatoria dell’Occidente contro la Russia. Nel 2022-2023, in seguito al ritiro dalla Russia delle aziende occidentali e dei loro alleati, tra cui la Corea del Sud, i produttori cinesi hanno riempito tutte le nicchie scoperte. Mentre nel mese di maggio 2023 le importazioni russe di autovetture dalla Corea del Sud hanno totalizzato lo 0,9%, dal Giappone lo 0,5%, dagli Stati Unititi e dall’Europa l’1,9%, la presenza cinese sul mercato delle auto d’importazione della Russia è salita al 75% del totale.