I produttori dei generi alimentari italiani sono in fibrillazione per il ritorno in America con Trump dei dazi proibitivi
Siamo onesti. Non tutti, ma in molti temono il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. In Russia il presidente, Vladimir Putin, prima che l’attuale presidente degli Stati Uniti ha annunciato che “non si sarebbe ripresentato per un secondo mandato”, aveva dichiarato di preferire la rielezione di Joe Biden, un “politico di vecchia scuola, coerente e prevedibile”.
Gli alleati statunitensi della NATO temono trovarsi spalle al muro dopo la vittoria di Trump, che ha più volte minacciato di sospendere i finanziamenti americani dell’Alleanza atlantica qualora i Paesi europei non aumentassero la loro spesa per la difesa.
In Italia i produttori di formaggi molto noti come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, temono l’introduzione dei nuovi dazi, già minacciati da Trump e come conseguenza un calo delle esportazioni e degli affari.
Dopo la sconfitta di Trump nel 2020 quello degli Stati Uniti è diventato per gli esportatori italiani il mercato più in crescita negli ultimi anni. Come scrive la stampa italiana “nel 2019 Donald Trump, all’epoca presidente degli Stati Uniti, introdusse dazi su molte merci prodotte nell’Unione Europea, compresi i formaggi anche italiani”. Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre, una sua eventuale rielezione comincia a spaventare non poco i produttori italiani, che sono riusciti a recuperare il mercato americano dopo anni difficili.
I dazi americani prevedevano una tariffa aggiuntiva del 25% per l’esportazione negli Stati Uniti dei prodotti europei di vario tipo, tra cui i prodotti caseari come il parmigiano e il pecorino, salumi come il prosciutto, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori. Di seguito negli Stati Uniti i prezzi dei formaggi italiani schizzarono alle stelle “al punto da scoraggiare gli importatori e il giro d’affari diminuì fino a quasi azzerarsi”.
Soltanto nel 2021, all’inizio della presidenza di Biden e dopo 17 anni di dispute commerciali, l’Unione Europea e gli Stati Uniti concordarono una tregua che consentì di eliminare i dazi sui prodotti alimentari europei. Nel 2023 le esportazioni di Grana hanno raggiunto complessivamente 2.482.891 forme, in crescita ancora del 6,55% rispetto all’anno precedente. Attualmente quasi la metà della produzione totale è stata destinata ai mercati esteri: nel 2023 sono state esportate oltre 28.000 tonnellate di Parmigiano. Gli Stati Uniti sono una delle principali destinazioni anche del Grana Padano fuori dall’Europa.
Un’altra minaccia per l’industria agroalimentare italiana può arrivare dall’est: nell’ambito della guerra commerciale tra l’Unione europea e la Cina si teme l’introduzione di dazi da parte del Governo di Pechino.