Il Cremlino: “Si tratta di una cooperazione organica e multipolare nell’immensa area eurasiatica”.
Decolla oggi a Xi’an, l’antica capitale cinese dalla quale partiva la mitica Via della Seta, il nuovo formato internazionale, ovvero Cina+5, nel quale 5 sta per i cinque Paesi dell’Asia Centrale: l’Uzbekistan, il Kazakistan, il Kirghizistan, il Tagikistan e il Turkmenistan.
A dire il vero il formato Cina+5 è stato formalmente costituito ancora nel 2020, ma la pandemia del Covid-19 ha limitato i contatti tra i leader di questi Stati asiatici vicini alle modalità di video-conference.
Durante il vertice di due giorni (18-19 maggio) sono previsti “un importantissimo e programmatico” discorso del padrone di casa, il presidente cinese Xi Jinping, i discorsi dei presidenti dei cinque Stati dell’Asia Centrale: Shavkat Mirziyeev, il presidente del Kazakistan, Kasim-Zhomart Tokayev, il presidente del Kirghizistan, Sadyr Zhaparov, il presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon, e il presidente del Turkmenistan, Serdar Berdimuhamedov. In parallelo si terranno i colloqui tra i ministri, gli esperti e i numerosi rappresentanti del mondo del business, che da giorni hanno popolato l’antica Xi’an.
C’è chi sostiene che in questo modo “Pechino vuole coprire lo spazio, lasciato da Mosca dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica nel 1991”. Il Cremlino ha risposto invece che “si tratta di una cooperazione organica e multipolare nell’immensa area eurasiatica”, e ricordando anche il fatto, secondo cui “i partecipanti del summit a Xi’an sono tutti i membri a pieno titolo, tranne il Turkmenistan, della Shanghai Cooperation Organization”. La Russia “segue con molta attenzione i lavori del vertice di Xi’an e spera che i due giorni di intensi colloqui aprano delle nuove vie per una proficua e reciprocamente vantaggiosa collaborazione politica, economica, commerciale e culturale non soltanto nell’Asia Centrale ma in tutto il territorio eurasiatico, compresa la Russia”, ha dichiarato un portavoce del Cremlino.