Nel 2019 Donald Trump aveva contruibuito ad affossare la cinese Huawei Technologies, limitando l’uso dei suoi smartphone negli Stati uniti, spingendo Google a limitare il sistema operativo Android che l’azienda poteva utilizzare e ostacolando l’utilizzo di componentistica statunitense. Oggi la societàcinese è reduce da un 2023 di grandi numeri trainata dai nuovi smartphone, su tutti il Mate 60, dotato di un chip particolarmente performante, e da nuove attività come la componentistica per le “auto intelligenti”.
I ricavi sono aumentati del 9,63% rispetto tra il 2022 e il 2023, raggiungendo i 704,2 miliardi di yuan (97,48 miliardi di dollari), con il settore consumer che ha contribuito maggiormente a questa cifra, crescendo del 17,3% a 251,49 miliardi di yuan. Nel 2021 il fatturato di Huawei, a causa anche della crisi nelle forniture di chip, era crollato di quasi un terzo, da allora ci sono stati tre anni in continua crescita anche se il fatturato non è ancora tornato, come sottolinea Reuters, ai livelli del 2020 quando fu di 891,3 miliardi di yuan.
Nel frattempo il suo più grande competitor, ovvero la statunitense Apple, perde terreno in Cina dove, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, “a febbraio le spedizioni di iPhone in Cina sono calate di circa il 33% rispetto all’anno precedente, prolungando il crollo della domanda del dispositivo di punta nel suo più importante mercato estero”. Su questo risultato pesano le scelte del governo cinese, che sta spingendo l’utilizzo di tecnologie “made in China”.