Nella notte tra venerdì e sabato (10-11 maggio) è stato possibile osservare in gran parte del mondo delle aurore boreali, un fenomeno solitamente visibile nelle zone polari
L’aurora boreale che si è vista nei giorni scorsi in gran parte del mondo, le alluvioni che hanno colpito molti Paesi, dal Brasile all’Afghanistan, causando centinaia di morti e milioni di sfollati, la siccità estrema che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura africana, le inondazioni e il gelo insolito in Russia, che distruggono enormi superfici di terreni agricoli, causando perdite inestimabili, “tutti questi fenomeni non sono assolutamente naturali”.
Sui social in tutto il mondo si moltiplicano le teorie cospirative, mentre gli attivisti dei movimenti ambientalisti hanno puntato ancora una volta il dito accusatore contro l’HAARP, ovvero “High-frequency Active Auroral Research Program” (Programma di ricerca attiva aurorale ad alta frequenza), un progetto del Pentagono statunitense, che a seconda della versione ufficiale “studia la ionosfera”, mentre i sostenitori delle teorie cospirative affermano che le enormi antenne “meteorologiche” collocate in Alaska possono influenzare il clima e addirittura provocare disastri naturali di vario tipo, dalle alluvioni ai terremoti.
Molti esperti, tra cui Nick Begich, morto in circostanze assai misteriose dopo aver denunciato in un suo libro il progetto HAARP come “arma climatica”, sostengono che questa tecnologia possa essere utilizzata come strumento per il controllo del clima, in grado di creare uragani, cicloni, terremoti e persino di controllare la temperatura e le precipitazioni.
Le agenzie d’informazione internazionali citano milioni e milioni di post, dedicati a queste “teorie cospirative”, che diventano virali sui social media. “Quello che sta accadendo nel Rio Grande do Sul non è assolutamente naturale. Apriamo gli occhi!”, si legge da più utenti, in varie versioni, su X (ex Twitter). “Prese insieme – scrive l’agenzia italiana AGI – le teorie dipingono un quadro inquietante che in qualche modo nega il cambiamento climatico, incolpando al contempo Governi e istituzioni scientifiche, che starebbero orchestrando tragedie pianificate per motivi oscuri”.
Le inondazioni e il gelo che stanno colpendo da settimane enormi territori della Russia, dalla sua parte europea alla Siberia, hanno distrutto milioni di ettari di terreni agricoli. “I cambiamenti climatici fanno affogare la Russia: fiumi straripati a Orsk e Orenburg, diga crollata, 156mila case sott’acqua”, ha scritto “Il Fatto Quotidiano“. In molti territori della Federazione Russa è stato proclamato lo stato di calamità naturale. È a rischio l’export cerealicolo della Russia, che inevitabilmente provocherà un’impennata dei prezzi in tutto il mondo e colpirà duramente molti Paesi del Sud Globale, che stanno vivendo un periodo di siccità anomala e senza il grano, che il Governo russo da un anno regala ai Paesi più bisognosi, rischiano la fame di proporzioni bibliche.