Business in stallo: in America e in Europa licenziamenti a valanga

L’anno scorso il produttore di computer e di hardware Dell ha licenziato 13.000 dipendenti

Un secolo è passato, poco è cambiato

Dopo il settore bancario americano, che nel 2023 ha gettato sul lastrico migliaia di dipendenti, è arrivato il momento drammatico di perdere lavoro per il personale dell’industria dell’informatica. Nel 2023 la multinazionale statunitense Dell, che continua a perdere colpi di fronte all’offensiva tecnologica cinese, ha dovuto licenziare 13.000 dipendenti, ovvero quasi il doppio rispetto al numero di licenziamenti, che una delle più grandi aziende produttrici di computer al mondo, aveva programmato in precedenza. Come ha ricordato la stampa americana “all’inizio del 2023 l’azienda aveva annunciato che, a causa del calo delle vendite di computer, avrebbe diminuito di circa 6.650 persone il numero di lavoratori dell’azienda”.

Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, in Europa, e più precisamente in Italia, il gruppo automobilistico Stellantis ha raggiunto un accordo con il pool di sindacati FIM (Federazione italiana metalmeccanici), UILM (Unione italiana lavoratori metalmeccanici), FISMIC (rappresenta i lavoratori dipendenti dell’industria e dei servizi, i pensionati, i disoccupati ed i precari) e UGL (Unione generale del lavoro) per l’“uscita volontaria incentivata” (per il licenziamento in parole povere) in cambio di un compenso finanziario, di 1.520 lavoratori nell’area di Torino. Fra le persone che hanno accettato l’accordo ci sono 733 impiegati e 300 operai dello stabilimento di Mirafiori, a sud di Torino, dove l’azienda aveva già messo in cassa integrazione fino al 30 marzo 2.260 lavoratori.

E come ha scritto il quotidiano italiano online “Il Post” questo annuncio “si aggiunge a quelli degli scorsi mesi che dimostrano come Stellantis voglia investire sempre meno in Italia e in particolare a Torino, la città simbolo della Fiat da cui Stellantis è nata”. Negli ultimi anni il numero di auto prodotte nello stabilimento FIAT di Mirafiori “è diminuito in modo significativo, non vengono fatte assunzioni per sostituire i dipendenti che vanno in pensione, anzi i licenziamenti vengono incentivati con generosi contributi economici”. Diverse produzioni sono state spostate all’estero, mentre in altri paesi come la Francia sono stati aperti nuovi stabilimenti e assunti dipendenti.