Il presidente Abdel Fattah al Sisi, alla guida dell’Egitto dal 2014, ha annunciato che “si candiderà alle prossime elezioni presidenziali”, in programma nel periodo tra il 10 e il 12 dicembre del 2023. Al Sisi ha 68 anni e attualmente è al suo secondo mandato. Secondo gli analisti egiziani ed internazionali la decisione di al Sisi era prevista, anche se finora il presidente non aveva mai espresso pubblicamente la propria intenzione di candidarsi per un terzo mandato.
In un discorso in diretta alla televisione di Stato, al Sisi ha dichiarato che con questa decisione “ha risposto agli appelli degli egiziani”, che si sono “riversati nelle strade e nelle piazze” della Repubblica chiedendogli di candidarsi per le elezioni presidenziali che si terranno il 10 dicembre. Al Sisi ha invitato tutti gli egiziani ad andare alle urne anche se non lo eleggeranno per dare una buona immagine al mondo. “Andate alle urne e scegliete chi volete e sarò soddisfatto dei risultati, lo giuro”, ha detto al Sisi.
La legge permette ad al Sisi di candidarsi per un terzo mandato, e vincere le elezioni gli permetterebbe di restare presidente fino al 2030, come previsto dalla modifica alla Costituzione approvata nel 2019 durante un referendum popolare. L’autorità elettorale nazionale ha detto di aspettarsi che i risultati del primo turno siano comunicati entro il 23 dicembre. Un ballottaggio si presenta molto improbabile ma se ciò dovesse accadere, il secondo turno del voto in Egitto si terrebbe entro il 16 gennaio del 2024.
Mentre l’Occidente lo accusa di aver trasformato l’Egitto in uno Stato autoritario, al Sisi negli ultimi anni ha migliorato notevolmente le relazioni con la Turchia, la Cina e alcuni Paesi del cosiddetto “Sud Globale”. Il 1° di gennaio del 2024 l’Egitto, insieme ad altri cinque Paesi – Arabia Saudita, Argentina, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran – entrerà nel gruppo BRICS, attualmente composto di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.