La crisi del Mar Rosso impatta fortemente sull’economia dell’Egitto che detiene i diritti sul Canale di Suez, via di collegamento privilegiata dei traffici tra Asia ed Europoa prima dell’attuale situazione di insicurezza. Abdel Fattah al-Sisi, presidente dell’Egitto, ha dichiarato che in conseguenza agli attacchi degli Houthi alle navi in transito i ricavi del Canale di Suez (da dove in condizioni di normalità transita tra il 12 e il 15% del traffico mondiale) sono crollati del 40-50% dall’inizio dell’anno.
Molti armatori hanno infatti deciso di percorrere la rotta alternativa, più lunga ma più sicura, che circumnaviga l’Africa. “Il Canale di Suez un tempo faceva guadagnare all’Egitto quasi 10 miliardi di dollari all’anno. Queste entrate sono diminuite del 40-50% e l’Egitto deve continuare a pagare le compagnie e i partner”, ha spiegato Al-Sisi secondo quanto riporta l’agenzia Radiocor.
Le Nazioni Unite aggiungono a questo un dato relativo alle navi portacontainer il cui traffico sarebbe calato del 67% su base annuale mentre il transito di petroliere è diminuito del 18%, quello delle navi portagranaglie e carbone del 6% mentre sarebbe azzerato il traffico di gas.
Da gennaio, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno lanciato diversi attacchi aerei contro siti militari Houthi e da oggi è attiva anche la missione europea, in questo caso esclusivamente difensiva, chiamata Aspides e che secondo il ministro italiano Antonio Tajani rappresenta “Un passo verso la difesa comune europea”.