Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, ha incontrato il presidente dell’Egitto Abdel Fattah al-Sisi a margine del G20 conclusosi il 10 settembre a Nuova Delhi.
Il faccia a faccia inaugura un ritorno alla collaborazione tra i due Paesi dopo anni di relazioni diplomatiche congelate. Sostanzialmente Ankara e Il Cairo non avevano più rapporti dal 2013, anno in cui al-Sisi (ai tempi ministro della Difesa), guidò la rivolta che rovesciò il governo dei Fratelli musulmani guidato da Mohamed Morsi, che era stato eletto dopo la caduta di Hosni Mubarak, sostenuto dalla Turchia.
Recentemente la politica estera di Erdogan ha cambiato rotta e in questa linea c’è anche il riavvicinamento con l’Egitto. Nel 2021 una delegazione turca andò in visita al Cairo per rompere il ghiaccio e cercare una via per normalizzare i rapporti, seguì la simbolica stretta di mano tra al-Sisi e Erdogan ai Mondiali di calcio in Qatar il 20 novembre 2022, e ora l’incontro a Nuova Delhi.
A luglio 2023 i due Paesi hanno riallacciato ufficialmente relazioni diplomatiche con la nomina dei rispettivi ambasciatori: Salih Mutlu Sen divenne ambasciatore turco al Cairo mentre Amr Elhamamy quello egiziano in Turchia.
“L’incontro ha affrontato le relazioni bilaterali tra la Turchia e l’Egitto, gli sforzi per aumentare il volume degli scambi commerciali, la nuova cooperazione nel campo dell’energia e le questioni regionali e globali”, ha spiegato il ‘Türkiye’s Communications Directorate’ secondo quanto riporta l’agenzia Anadolu che spiega anche come le relazioni tra i due Paesi hanno inaugurato una nuova era da quando sono stati nominati i rispettivi ambasciatori.
Erdogan, sottolineando l’importanza del sostegno dell’amministrazione egiziana agli investitori e alle aziende turche, ha spiegato la grande importanza del rilancio della cooperazione nei settori energetici (GNL e nucleare), ma anche nella cultura e nell’istruzione.
Secondo quanto dichiarato dal portavoce di al-Sisi i leader hanno ribadito la “volontà di rafforzare la cooperazione regionale sulla base del rispetto reciproco, dell’interesse comune e delle buone intenzioni, in modo da raggiungere la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente”.