Egitto: “L’Etiopia non vuole un accordo sulla diga del Nilo Azzurro”

La Gerd (Grande diga del rinascimento etiope) torna a far discutere Egitto ed Etiopia.

Il mega progetto, realizzato dall’azienda italiana Webuild, consiste in un grande sbarramento finalizzato alla produzione di energia idroelettrica. L’invaso è realizzato in Etiopia, dove nasce il Nilo Azzurro, non lontano dal confine col Sudan dove poi continua il corso del fiume che, nella capitale Kartum, si unisce al Nilo Bianco e fluisce poi in Egitto fino a sfociare nel Mediterraneo.

Chiaramente una diga a monte può portare, anche se verosimilmente solo temporaneamente, problemi idrici a valle, in particolare in Egitto dove il territorio è prevalentemente desertico e l’acqua del Nilo è essenziale.

“Considerando che i negoziati con l’Etiopia vanno avanti da più di dieci anni senza alcun risultato, credo che il motivo principale sia la mancanza di volontà politica da parte etiope di concludere un simile accordo. Ribadisco che la questione dell’acqua del Nilo è una questione esistenziale per l’Egitto” ha detto all’ANSA Bassam Rady, Ambasciatore d’Egitto a Roma.

Parliamo di quello che sarà l’impianto idroelettrico più grande d’Africa e supporterà l’Etiopia nel suo percorso di sviluppo economico e di avvicinamento all’obiettivo sostenibile di diventare carbon neutral: l’impianto avrà una capacità installata complessiva di 5.150 MW e potrà garantire una produzione media stimata di 15.700 Gwh/anno.

La disputa sulla diga aveva coinvolto anche l’Unione Africana e gli Usa che avevano fatto fa mediatori per un accordo che è stato firmato dall’Egitto nel 2020 ma che l’Etiopia si rifiuta di siglare.

Sempre secondo il Cairo, l’Etiopia avrebbe violato le leggi internazionali visto che ha iniziato il riempimento del bacino senza aver prima trovato un accordo con gli altri stati interessati dal corso del Nilo.