Le entrate del Canale di Suez sono scese di oltre il 50% rispetto alla media degli ultimi anni
Il Governo egiziano suona l’allarme: nel Paese nordafricano si stanno esaurendo velocemente le riserve strategiche dei più importanti generi alimentari. Come ha annunciato il ministro egiziano dell’Approvvigionamento e del Commercio interno, Ali al Moselhi, l’Egitto “ha una quantità di grano sufficiente a soddisfare il fabbisogno del Paese per un massimo di tre mesi”.
Non destano preoccupazioni le riserve strategiche dello zucchero che sono sufficienti per coprire il fabbisogno dei consumatori egiziani per sette mesi. Invece quelle di carne congelata sono sufficienti per meno di tre mesi e il primo ministro egiziano, Mostafa Madbouly, ha fatto sapere che il “Governo sta prendendo in considerazione la necessità di aumentare le riserve strategiche di beni essenziali di almeno il 20%, con l’obiettivo di garantire la stabilità dei prezzi al consumo alimentare”. A marzo 2024 il tasso d’inflazione in Egitto ha raggiunto il 29,9% mentre il target, stabilito dal Governo di Madbouly per tutto il 2024 è pari al 7 per cento.
La crisi del Mar Rosso, scoppiata in seguito agli attacchi deliberati degli Houthi dello Yemen contro le navi mercantili in transito, ha ridotto all’osso i guadagni che l’Egitto incassa dal traffico marittimo attraverso il Canale di Suez. Secondo il primo ministro Madbouly “l’Egitto è il Paese più colpito dalla crisi del Mar Rosso. Le entrate del Canale di Suez sono scese di oltre il 50% rispetto alla media degli ultimi anni”. Come conseguenza l’Egitto sta soffrendo una grave carenza di valuta estera, le cui riserve sono state prosciugate nei primi tre mesi dell’anno di oltre il 60 per cento.