Elezioni in Polonia. L’unità UE a rischio

Comincia il conto alla rovescia per le elezioni legislative in Polonia, dove domenica 15 ottobre gli aventi diritto al voto saranno chiamati alle urne per eleggere i 460 deputati del Parlamento (Sejm, in polacco) e i 100 senatori. La campagna elettorale, definita “apocalittica” dal quotidiano europeo Politico, si è trovata sotto i riflettori dell’Occidente dopo la vittoria alle legislative in Slovacchia del candidato filo-russo, Robert Fico. La prima decisione di Fico da premier designato, appoggiata dal presidente della Slovacchia, Zuzana Chaputova, è stata la sospensione degli aiuti all’Ucraina.

La Polonia è molto più importante della Slovacchia. È un Paese chiave per gli equilibri economici, politici e geopolitici non solo dell’Europa Orientale, ma di tutta l’Unione europea. Anche per quel che riguarda il ruolo della Polonia nel conflitto armato Ucraina-Russia il ruolo della Polonia è fondamentale: per il territorio polacco passa il 99% dell’intero flusso di armi e di tecnica militare verso l’Ucraina.

I rapporti tra Varsavia e Bruxelles si sono trovati al centro di questa campagna elettorale anche perché in ballo ci sono i 36 miliardi di fondi del PNRR polacco, che la UE al momento ha congelato per “violazione dello stato di diritto”.

Il primo ministro uscente, Mateusz Morawiecki, leader del partito nazional-conservatore di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), che è attualmente al governo e controlla in Parlamento i 226 seggi, punta al suo terzo mandato consecutivo. Per la Polonia si tratterebbe di un record di “longevità” politica. In Europa il partito PiS è noto come “alleato di ferro” del premier italiano, Giorgia Meloni.

Negli ultimi tre mesi il partito di Morawiecki ha cercato di promuovere una legge estremamente restrittiva sull’“educazione sessuale nelle scuole” e ha anche minacciato di ridurre gli aiuti militari all’Ucraina. Inoltre il Governo nazionalista polacco ha preso di mira la Germania, un Paese-alleato della NATO e il principale partner commerciale della Polonia.

Diritto e Giustizia ha sfruttato una diffusa antipatia tra i polacchi di età avanzata nei confronti della Germania, che occupò la Polonia nel 1939. Morawiecki ha accusato la Germania di “cercare di imporre al Governo polacco le decisioni di molti temi-chiave, che vanno dalla gestione dell’immigrazione alle importazioni del gas russo”.

In realtà anche la Russia si è trovata nel mirino degli attacchi polacchi da tutte le parti con l’accusa ormai tradizionale di “interferenze nelle elezioni in Polonia”.

A sfidare il partito nazionalista di Morawiecki ci sarà Donald Tusk, ex primo ministro della Polonia ed ex presidente del Consiglio europeo, alla guida della seconda maggiore forza politica della Polonia, la coalizione liberale di centrodestra, chiamata Coalizione Civica (KO). Secondo i risultati di un recente sondaggio d’opinione, condotto dall’agenzia demoscopica Kantar il 5 ottobre, il partito PiS potrebbe raccogliere il 34% dei voti favorevoli, mentre la KO di Tusk riuscirebbe a conquistare il 30% dei “sì” degli elettori polacchi.

I temi centrali della campagna elettorale di Tusk sono stati la creazione in Polonia di un moderno sistema di assistenza medica, la tutela della libera concorrenza e del libero mercato. Tusk ha più volte promesso di aumentare la spesa pubblica destinata alla sanità e all’assistenza sociale alle persone disabili. Allo stesso tempo, Tusk vorrebbe rivedere in aumento la tassazione del business polacco. Infine sul piano del dibattito sociale Tusk si è pronunciato a favore del divieto di eutanasia, una mossa non sorprendente in un Paese cattolico.