Emirati Arabi: tutto pronto per la Conferenza ministeriale dell’OPEC+

Gli Emirati Arabi Uniti hanno “condannato con forza” l’occupazione da parte delle forze israeliane della zona cuscinetto nelle alture del Golan

Delcy Rodriguez e Mohammed bin Zayed Al-Nahyan

Dopo il successo del Forum Economico Eurasiatico di Verona, la fitta agenda internazionale degli Emirati Arabi Uniti si apre alla Conferenza ministeriale dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC). Per prima ad Abu Dhabi è arrivata Delcy Rodriguez, vice presidente e ministro del Petrolio del Venezuela.

Subito dopo l’arrivo Rodriguez è stata ricevuta dal presidente degli Emirati Arabi, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al-Nahyan (nella foto), con cui ha discusso delle relazioni bilaterali e degli obiettivi di sviluppo comune. “Il Venezuela e gli Emirati Arabi Uniti hanno una storia comune e condividono gli spazi dell’OPEC e dell’OPEC+, dove hanno raggiunto la stabilità e la difesa del mercato energetico globale”, ha dichiarato Rodriguez dopo il vertice.

Al centro della Conferenza dell’OPEC si troverà la riduzione delle produzioni petrolifere nei vari paesi dell’Organizzazione, necessaria per stabilizzare i prezzi sui mercati globali. Non è da escludere che i Paesi dell’OPEC+ analizzeranno la situazione che si sta creando in Siria, uno dei maggiori produttori del greggio al mondo. La provincia di Deir ez Zor, nell’est della Siria, nota come principale base produttiva dell’industria petrolifera siriana, è passata completamente sotto il controllo delle fazioni armate che avevano guidato l’offensiva a partire dal 27 novembre.

In questo contesto gli Emirati Arabi Uniti hanno “condannato con forza” l’occupazione da parte delle forze israeliane della zona cuscinetto nelle alture del Golan, al confine con la Siria e hanno riaffermato il proprio impegno a favore dell’unità, la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato siriano. In un comunicato, il ministero degli Affari esteri degli Emirati ha sottolineato le “violazioni” del diritto internazionale da parte di Israele, in particolare all’Accordo di disimpegno firmato con la Siria nel 1974. Inoltre, gli Emirati Arabi hanno ribadito il loro rifiuto per “ogni azione che possa riaccendere le tensioni nella regione e ostacolare gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità”.