Erdogan: crisi in Palestina metterà la parola “fine” al sistema internazionale “basato sulle regole”

A Mosca si preparano per la visita del presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, che verrà nella capitale russa “per scambiare opinioni sugli ultimi sviluppi internazionali e per coordinare le posizioni politiche”

Recep Tayyip Erdogan

La crisi nella Striscia di Gaza rappresenta “la fine del sistema globale”, in quanto “ha messo sotto i riflettori la terribile debolezza delle organizzazioni internazionali”. Parola del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, che nel corso di un convegno presso la sede del suo partito, “Giustizia e Sviluppo” (AKP) ha accusato l’Occidente di essere “complice di Israele” e ha denunciato il pericoloso “vuoto di potere” nelle strutture internazionali, il cui compito è salvaguardare la pace e risolvere i conflitti sul nascere. “La politica internazionale è su una curva netta. Vediamo un vuoto di potere nel sistema internazionale che diventa più evidente giorno dopo giorno. Spargimento di sangue, oppressione e conflitti sono ormai una routine per il mondo, mentre le norme, le istituzioni che l’umanità ha creato per la propria sicurezza stanno perdendo la loro influenza”, ha dichiarato Erdogan, secondo cui “stiamo assistendo al crollo del cosiddetto ‘sistema internazionale basato sulle regole’ che l’umanità ha costruito dopo amare esperienze, mentre non vengono prese misure per invertire questo processo”. La comunità internazionale, ha sottolineato il presidente della Turchia “non ha imparato la lezione dall’invasione dell’Iraq, dal conflitto in Siria o dalla guerra tra la Russia e l’Ucraina”.

Mahmoud Abbas

Nei prossimi giorni a Mosca arriva il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (ANP), Mahmoud Abbas, per scambiare opinioni sugli ultimi sviluppi internazionali, coordinare le posizioni politiche e rafforzare le relazioni bilaterali. Come ha dichiarato Abbas all’agenzia stampa “RIA Novosti” lo “scopo principale della mia visita è di tenere consultazioni e scambiare opinioni sugli ultimi sviluppi nel contesto palestinese e nello scenario internazionale, coordinare le posizioni e rafforzare le relazioni bilaterali in tutti i settori, soprattutto dato il fatto che la Russia occupa un posto importante nella politica mondiale, nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, così come in Medio Oriente. Abbiamo una forte relazione storica”.

Il presidente dell’ANP ha elogiato il “ruolo positivo e costruttivo” del Cremlino nei tentativi incessanti di trovare una soluzione giusta del conflitto israelo-palestinese e di raggiungere la riconciliazione tra le fazioni palestinesi. “Apprezziamo molto il ruolo della Russia nel ‘Quartetto’ dei mediatori internazionali e nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, così come la sua posizione a sostegno del raggiungimento della pace in conformità con il quadro giuridico internazionale. Apprezziamo molto anche il contributo della Russia al dialogo inter palestinese e al riavvicinamento delle posizioni delle diverse fazioni”, ha dichiarato Abbas.

Serghej Shoigu (a sinistra) e Masoud Pezeshkian

La Russia è profondamente preoccupata dalla possibilità di escalation del conflitto nel Medio Oriente dopo l’uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. In questi giorni in Iran si trova il segretario del Consiglio di sicurezza e già il ministro della Difesa della Russia, Serghej Shoigu, che ha avuto “intensi colloqui” con il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, il nuovo presidente Masoud Pezeshkian. Secondo i media iraniani Mosca e Teheran hanno discusso delle vie per prevenire un conflitto diretto tra l’Iran e lo Stato ebraico, mentre le autorità iraniane hanno chiesto alla Russia di fornire alla Repubblica islamica dei sistemi di difesa aerea avanzati S-400 Triumph “in previsione di raid aerei e missilistici da parte di Israele, dove il Governo del primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha discusso negli ultimi giorni la possibilità di condurre attacchi preventivi contro l’Iran”.