Prima di partire da Istanbul alla volta di New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha detto di ritenere che “Ankara e Bruxelles possano dividersi nel loro futuro sviluppo”.
“Al mio avviso l’Unione Europea stia cercando di interrompere le relazioni con la Turchia. Nel caso in cui la UE dovesse davvero farlo, la Turchia ne terrebbe conto e andrebbe avanti per conto proprio, scegliendo una strada diversa da quella dell’Unione europea”, ha detto Erdogan, in riferimento a un recente rapporto del Parlamento europeo sulla situazione attuale e sulle prospettive di ingresso della Turchia nell’Unione europea.
Secondo il rapporto di Bruxelles la Turchia e l’Unione europea dovrebbero trovare un modo alternativo di cooperazione perché in questo momento l’adesione della Turchia all’UE non è possibile.
Il documento ha suscitato aspre critiche del ministero degli Esteri turco che ha bollato il rapporto “l’insieme di accuse infondate, di illazioni e di pregiudizi che si basano sulle informazioni sbagliate, provenienti da certi ambienti antiturchi”. Per la Turchia le conclusioni del Parlamento europeo non sono un “approccio strategico corretto”, bensì “miopi politiche di stampo populista”.
I negoziati più o meno concreti riguardo l’adesione della Turchia alla UE iniziarono nel 2005. Ancora nel 1963 Ankara firmò un accordo di associazione con l’Unione europea, all’epoca la Comunità economica europea, dopodiché nel 1987 Ankara presentò la domanda formale di adesione.