Europa, in diminuizione l’import di energia

Quasi la metà del GNL arriva dagli USA, primi anche come fonte petrolifera, ancora forte la dipendenza dal gas proveniente dalla Russia

L’Unione europea continua ad essere fortemente dipendente dall’estero per coprire il suo fabbisogno energetico. Le importazioni sono tuttavia in diminuizione nel secondo trimestre del 2024. Lo spiegano i dati raccolti dall’Ufficio di statistica dell’Unione europea (Eurostat) che spiega come Bruxelles abbia acquistato prodotti energetici per un valore di 94,9 miliardi di euro, per un totale di 177,9 milioni di tonnellate nel periodo che va da aprile a giugno 2024. Un dato che, confrontato con lo stesso periodo del 2023, vede un calo sia in valore (-10,7%) che in massa netta (-9,7%).

Nel complesso – sempre relativamente al secondo trimestre 2024 su 2023 – si registra una leggera crescita nel valore degli oli di petrolio importati (+5,6%), e un calo nei volumi (-2,2%). Per quanto riguarda invece il gas naturale allo stato gassoso si registra una diminuizione del 31,4% (- 9,5% in volume), ancora più incisiva la tendenza relativa al gas liquefatto: -41,2% in valore e -20,2% in volume.

Per quanto riguarda i Paesi da cui l’UE importa per quando riguarda il petrolio la maggior parte è arrivata dagli Stati Uniti (15,1%), segue Norvegia (14,1%) e Kazakistan (11,7%). Per quanto riguarda il gas naturale allo stato gassoso il primato è della Norvegia (43,5%) segue l’Algeria con il 21,6% e la Russia con il 15,5%. Per quanto invece riguarda il gas liquefatto il 46% arriva dagli USA, quindi dalla Russia (16,8%) e dal Qatar (11,9%).