Europa, Orban, Babiš e Kickl lanciano una nuova alleanza politica

"Non resteremo inattivi a guardare mentre si sviluppa un superstato europeo", hanno spiegato i leader delle formazioni FPÖ (Austria), ANO (Repubblica ceca) e Fidesz (Ungheria).

Mentre a Bruxelles si stanno finalizzando gli accordi che porteranno a definire definitivamente le cariche dopo le elezioni europee del 6-9 giugno, a Vienna si crea un’alleanza che raggruppa alcune forze “sovraniste” che mirano a creare un nuovo gruppo al Parlamento europeo.

Herbert Kickl, leader del Partito delle Libertà austriaco (FPÖ), l’ex primo ministro ceco Andrej Babiš, della formazione liberal-populista ANO e il primo ministro ungherese, Viktor Orban, hanno annunciato il 30 giugno la nascita di un’alleanza politica “Formata da forze patriottiche che svolgono tutte un ruolo di primo piano nei loro paesi – riporta l’ANSA dalla conferenza stampa di presentazione del movimento – e che vuole coinvolgere altri partiti europei per poi uniti ridare all’Europa un futuro”.

Per costituire un gruppo politico europeo presso il Parlamento servono 23 europarlamentari che provengano da almeno 7 differenti Paesi, al momento la situazione è la seguente: FPÖ ha 6 seggi, l’ANA 7 e l’ungherese Fidesz 10. IL gruppo parlamentare di destra al momento più forte al Parlamento europeo è ECR che conta su 83 rappresentanti e rappresenta la terza forza in assoluto dietro a popolari e socialisti. FPÖ apparteneva a “Identità e Democrazia” (ID), la forza di destra più piccola, ANO al gruppo liberale Renew e Fidesz al Partito popolare europeo (PPE).

“Questa nuova alleanza patriottica rappresenta una via della ragione – ha commentato l’austriaco Kickl – le competenze nazionali sono nuovamente ancorate alla patria” e l’obiettivo è andare contro “il postulato della sussidiarietà, l’escalation dell’immigrazione clandestina” mentre si richiede “una soluzione pacifica alla guerra tra Russia e Ucraina”. E, ancora: “sono convinto che molti altri si uniranno a noi nei prossimi giorni. Noi non siamo interessati a distruggere l’Europa, vediamo il nostro compito nel ravvivare il carattere pluralistico del nostro continente. Non resteremo inattivi a guardare mentre si sviluppa un superstato europeo”.