Il colosso immobiliare cinese Evergrande non ha trovato un accordo con i creditori e così il tribunale di Hong Kong ha disposto l’ordine di liquidazione.
Nel weekend del 27 e 28 gennaio c’erano stati intensi negoziati per arrivare a una ristrutturazione del debito offshore del gruppo ma senza risultati. Così il giudice Linda Chan, a due anni dal mancato rimborso di un’obbligazione e senza piani di ristrutturazione concreti, ha deciso di liquidare il costruttore che ha oltre 300 miliardi di dollari di passività totali.
“È ora che il tribunale dica basta”, ha spiegato il giudice secondo quanto riporta Reuters, spiegando che la nomina di un liquidatore andrebbe nell’interesse dei creditori. Siu Shawn, amministratore delegato di Evergrande ha definito “molto deplorevole” questa decisione spiegando che l’azienda continuerà i ogni caso a garantire la realizzazione di progetti di edilizia residenziale nonostante il provvedimento, tutelando così gli investitori nazionali ed esteri.
Siu Shawn, nelle dichiarazioni rilasciate a quotidiano finanziario cinese 21st Century Business Herald e riportate dall’agenzia ANSA, spiega anche che: “La sentenza odierna è contraria alle nostre intenzioni originali. Possiamo solo dire che abbiamo fatto del nostro meglio ed è molto deplorevole, il gruppo affronterà le difficoltà e i problemi e adotterà tutte le misure legali del caso”. Al netto di un possibile ricorso in appello, la società ha fatto sapere quindi che porterà avanti la normale operatività e “comunicherà in modo proattivo con il liquidatore, coopererà in conformità con la legge nell’adempimento delle procedure pertinenti e seguirà le pratiche internazionali e le regole del mercato per promuovere il lavoro di liquidazione del debito e altri compiti chiave, tra cui garantire la consegna delle proprietà”, ha spiegato ancora Siu Shawn.
Tiffany Wong, amministratore delegato di Alvarez & Marsal, società nominata per curare la liquidazione ha spiegato a Reuters che “la priorità è che la maggior parte delle attività venga ristrutturata e mantenuta operativa. Perseguiremo un approccio strutturato per preservare e restituire valore ai creditori e agli altri stakeholder”.
La decisione di Hong Kong apre un processo che appare quantomai complicato: la maggior parte delle proprietà di Evergrande sono in Cina. Hong Kong e la Cina hanno sistemi giuridici separati e non è detto che Pechino recepirà la sentenza.