Francia: dopo meno di tre mesi di lavoro cade il Governo Barnier

All’Assemblea Nazionale è passata una mozione di sfiducia depositata dalla sinistra. Commento di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National: “Non è una vittoria, ma è la scelta per proteggere i francesi”

Michel Barnier

Dopo meno tre mesi di lavoro in Francia cade il Governo del premier, Michel Barnier (nella foto): una mozione di sfiducia della sinistra, votata anche dall’estrema destra, guidata dal leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, è passata all’Assemblea Nazionale con 331 voti a favore, ovvero molto al di sopra della maggioranza necessaria, fissata a 288 voti.

Nel suo discorso che ha preceduto il voto drammatico, Barnier tra l’altro ha detto: “Per me resterà un onore aver servito con dignità la Francia e i cittadini francesi”. I media francesi ricordano che il Governo di Barnier “è il secondo della Quinta repubblica francese rovesciato da una mozione di sfiducia in 62 anni, dopo quello di Georges Pompidou nel 1962”.

Il governo Barnier era stato nominato meno di tre mesi fa in seguito alle elezioni legislative anticipate del giugno-luglio 2024, dalle quali è uscito un quadro politico francese particolarmente frammentato.

Lunedì, 2 dicembre, il primo ministro Barnier aveva fatto ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione francese per permettere l’adozione del progetto di legge sul finanziamento della sicurezza sociale senza un voto parlamentare. Una decisione che lo ha però esposto a due cosiddette “mozioni di censura”, depositate dalla sinistra del Nouveau Front Populaire e dall’estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen.

La legge di bilancio, presentata da Barnier per il 2025 prevede tra l’altro la “riduzione del disavanzo pubblico tramite una serie di drastici tagli per 40 miliardi di euro e una maggiore pressione fiscale”. Nonostante il primo ministro abbia provato a fare alcune concessioni per evitare le censura, specialmente con il Rassemblement National, i partiti si sono detti insoddisfatti.

La sera del giovedì, 5 dicembre, il presidente Emmanuel Macron parlerà alla Nazione. Ma la situazione diventa sempre più tesa: la sinistra ha già chiesto le dimissioni del presidente francese: “Per uscire dall’impasse in cui il presidente ha condotto il paese, c’è una sola soluzione: chiediamo che se ne vada”, ha dichiarato ai giornalisti Mathilde Panot, capogruppo parlamentare del partito La France Insoumise.

Intanto Marine Le Pen ha detto che “lascerà lavorare” il prossimo premier a una manovra finanziaria “accettabile per tutti”. Con toni moderati in TV, ha spiegato che la caduta di Barnier “non è una vittoria”, ma di aver “fatto la scelta di proteggere i francesi”. “Non c’era altra soluzione”, ha detto, aggiungendo di “non averla presa a cuor leggero”.