Mercoledì 4 dicembre il voto, mozioni di sfiducia da Le Pen e dalla sinistra
Dopo soli tre mesi il governo di Michel Barnier potrebbe già cadere. L’esecutivo, sostenuto dai repubblicani e dai liberali che fanno capo al presidente Macron stava in piedi essenzialmente grazie all’astensione del Rassemblement National che però ora ha presentato una mozione di sfiducia che sarà discussa il 4 dicembre dall’Assemblea Nazionale.
A supportarla ci saranno le formazioni di sinistra che a loro volta hanno presentato una mozione di sfiducia sono contrarie tanto quanto il Rassemblement National alla finanziara 2025 improntata al rigore economico.
Barnier ha fatto ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione francese che consente di approvare una legge senza passare per il voto dell’aula convinto che le misure restrittive adottate siano necessarie per risanare i conti: “I francesi non ci perdonerebbero di mettere gli interessi particolari davanti all’avvenire della Nazione, Siamo giunti a un momento di verità che pone ognuno dinanzi alle proprie responsabilità”, ha spiegato il primo ministro il cui compito primario era quello di ridurre l’enorme debito francese e scongiurare una crisi finanziaria.
Il destino dell’ex commissario UE sembra segnato nonostante nelle ultime ore abbia fatto alcune concessioni alle opposizioni, fermando, per esempio, il discusso provvedimento che avrebbe aumentato le tasse sull’elettricità. La rottura definitiva è arrivata quando Le Pen ha chiesto che venissero indicizzare le pensioni.