Fumata nera sui colloqui Israele-Hamas

Israele ha iniziato l'evacuazione della popolazione civile in un alcune aree della città palestinese Rafah, nella Striscia di Gaza

Si è concluso con un nulla di fatto un nuovo turno di trattative indirette a Il Cairo, mediate dall’Egitto e dal Qatar. L’ottimismo che ha accompagnato l’inizio dei colloqui per una tregua su Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, sta per svanire. La delegazione dei negoziatori di Hamas è ripartita per Doha per proseguire le consultazioni con i leader del loro movimento.

Le speranze di una tregua imminente tra Israele e Hamas si sono affievolite negli ultimi giorni, con le due parti che hanno mostrato posizioni inconciliabili, in particolare riguardo ad un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza. In teoria i colloqui dovrebbero essere ripresi martedì 7 maggio, ma Israele ha intanto annunciato: “Presto entreremo a Rafah”, nel sud della Striscia di Gaza.

E Israele ha iniziato l’evacuazione della popolazione civile in un alcune aree periferiche della città di Rafah, dove risiedono circa 100.000 profughi palestinesi. Secondo quanto riferito dal quotidiano israeliano “Haaretz” i palestinesi che risiedono nel distretto orientale della città di Rafah stanno ricevendo telefonate e messaggi vocali di massa che li invitano a dirigersi verso l’area di Al Mawasi.

Durante un colloquio telefonico con il capo del Pentagono, Lloyd Austin, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che “Israele non ha scelta sull’operazione militare a Rafah”, citando “i numerosi sforzi che lo Stato di Israele sta facendo per raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco temporaneo”.

In vista di una nuova escalation del conflitto gli Stati Uniti – per la prima volta dopo l’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico il 7 di ottobre 2023 – hanno bloccato un invio di armi ad Israele. Lo ha annunciato il Consiglio per la sicurezza nazionale americana, precisando però che la “politica di sostegno a Israele non cambia”. Gli Stati Uniti hanno donato “miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza di Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre, hanno approvato il più grande stanziamento supplementare mai realizzato e hanno guidato una coalizione senza precedenti per difendere Israele dagli attacchi iraniani”, ha dichiarato un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale sottolineando che Washington continuerà “a fare ciò che è necessario per garantire che Israele possa difendersi dalle minacce”.