Gas: la Germania chiude il rubinetto verso la Repubblica Ceca

Proteste del ministro dell’Economia ceco, Jozef Sikela: Dovremo importare più gas dalla Russia. Mosca: Non fate i conti senza l'oste! L’operatore tedesco Gascade Gastransport: Contenti noi, contenti tutti.

Jozef Sikela

Vacilla l’autosufficienza energetica dell’Europa. Il contenzioso tra la Repubblica Ceca e la Germania ha permesso di capire le proporzioni della dipendenza dei Paesi dell’Europa Orientale dal gas naturale russo. Nelle ultime settimane l’operatore tedesco della rete di trasmissione del gas, Gascade Gastransport, ha “ridotto drasticamente la capacità” del gasdotto a Brandov, attraverso il quale la Repubblica Ceca riceveva energia dalla Germania. In un comunicato ufficiale Gascade Gastransport, ha informato il Governo di Praga, che la “riduzione delle capacità di fornitura di gas in direzione della Repubblica Ceca riflette i cambiamenti della situazione di mercato”.

In parole povere il rubinetto è stato chiuso per garantire prima di tutto la sicurezza energetica della Germania, trascurando gli interessi di un emergente Stato orientale.

La “chiusura del rubinetto” dalla parte tedesca ha suscitato forti proteste del ministro dell’Industria e del Commercio ceco, Jozef Sikela, che in una lettera al ministro dell’Economia della Germania Robert Habeck, ha scritto che “la decisione unilaterale della Germania accresce la probabilità di un aumento delle importazioni di gas dalla Russia da parte dell’Europa Centrale e Orientale”.

In questo contesto non può non sorprendere in tono da ricatto del messaggio, ma soprattutto la sincera e quanto ingenua fiducia di Sikela, ministro del Governo ceco estremamente ostile alla Russia, che Gazprom accolga l’eventuale richiesta di Praga a braccia aperte, soprattutto nel momento in cui il gasdotto ex sovietico “Druzhba” (Amicizia) che passa per il territorio dell’Ucraina funziona all’11% della propria capacità e riesce a soddisfare a malapena il fabbisogno energetico dei Paesi amichevoli tra cui l’Ungheria e la Slovacchia.

L’avvertimento di Praga, inviato anche alla commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, “ha fatto seguito alle intese, raggiunte nell’ambito di un gruppo di lavoro che abbiamo creato con la Germania e la Commissione europea a livello ministeriale”, ha scritto il ministro ceco, accusando Berlino di “aver ridotto le capacità di esportazione del gasdotto per accumulare nei magazzini tedeschi le quantità del gas, destinato alla Repubblica Ceca”.