Gaza: a Doha seconda giornata di colloqui per cessate il fuoco

Nuovi particolari della conversazione telefonica Trump-Netanyahu: l’ex presidente USA ha esortato il premier israeliano a “porre fine alle ostilità perché le uccisioni devono finire”

William Burns

I negoziatori internazionali si riuniscono venerdì, 15 agosto a Doha, in Qatar, per un secondo turno di trattative su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, che molti osservatori internazionali hanno definito come “ultima speranza per prevenire una guerra su larga scala tra Israele e l’Iran”.

Anche in assenza di una delegazione del movimento islamista Hamas al primo giorno di colloqui, che si sono tenuti giovedì, ci sono state “discussioni costruttive”. Lo hanno riferito due funzionari statunitensi a condizione di anonimato al sito internet d’informazione israeliano “Walla”. Altri funzionari a conoscenza dell’atmosfera dei colloqui hanno detto che la “decisione di continuare le discussioni per un secondo giorno dimostra che le parti sono determinate a raggiungere un accordo”.

Per i negoziatori internazionali, tra cui il direttore della CIA, William Burns, e l’inviato speciale del presidente, Joe Biden, per il Medio Oriente, Brett McGurk, i “colloqui puntano a raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e al rilascio di 115 ostaggi israeliani e stranieri” e inoltre devono permettere di evitare un attacco iraniano contro lo Stato ebraico dopo l’uccisione a Teheran del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh.

Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zahari, non ha escluso la partecipazione di una delegazione del movimento ai “turni successivi dei negoziati” e ha invitato i “mediatori a fare pressione su Israele affinché accetti la fine della guerra e il ritiro di tutte le forze dalla Striscia”. Da parte sua all’inizio del secondo round il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che “i colloqui stanno procedendo nonostante tutto” e che dopo un “inizio promettente si intravede un lume di speranza per una soluzione politica del conflitto”.

Hezbollah decide di sospendere la battaglia durante i negoziati

Per permettere che i negoziati proseguano “indisturbati” il partito sciita filo-iraniano del Libano, Hezbollah, ha annunciato che “non lancerà alcuna rappresaglia per l’uccisione dell’alto comandante Fuad Shukr – avvenuta il 30 luglio scorso in un raid israeliano nella periferia sud di Beirut – durante il nuovo ciclo di colloqui in Qatar”. Come ha riferito una fonte anonima di Hezbollah al quotidiano statunitense “Washington Post” il partito “non lancerà la sua operazione di ritorsione durante i colloqui in Qatar. Il partito non vuole essere ritenuto responsabile di aver ostacolato i colloqui o un potenziale accordo”, ha affermato la fonte, aggiungendo comunque che “la rappresaglia non ha un limite di tempo”.

Intanto stanno venendo fuori i nuovi particolari di una conversazione telefonica tra l’ex presidente degli Stati Uniti e il candidato Repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nel corso della quale Trump ha invitato il premier israeliano a porre rapidamente fine alla guerra nella Striscia di Gaza”.

In pratica Trump ha ripetuto l’invito, che era stato annunciato durante la visita del premier negli USA il mese scorso. In una conferenza stampa tenuta giovedì, 15 agosto, nello Stato del New Jersey, Trump ha dichiarato di aver esortato Netanyahu a “ottenere rapidamente la vittoria”, perché “le uccisioni a Gaza devono finire”. Trump ha negato di aver incoraggiato il premier israeliano a non accettare un accordo di cessate il fuoco con il gruppo islamista palestinese Hamas, affermando che Netanyahu “sa cosa sta facendo”. “L’ho incoraggiato a farla finita. Deve finire in fretta. Ottenere la vittoria e farla finita. Deve finire, le uccisioni devono finire”, ha aggiunto il leader Repubblicano.

Un invito molto importante e tempestivo dal momento che l’aeronautica militare israeliana ha colpito nelle ultime 24 ore oltre 30 obiettivi nella Striscia di Gaza. Le Forze di difesa israeliane (IDF) in un comunicato stampa hanno scritto che “sono stati presi di mira edifici e infrastrutture utilizzate da gruppi terroristici palestinesi”, nonché “cellule di miliziani armati”.

Inoltre sono proseguite le operazioni di terra dell’esercito israeliano a Rafah e a Khan Yunis, nel sud della Striscia, e nei pressi del corridoio di Netzarim, nell’area centrale. A Khan Yunis, i militari della Brigata paracadutisti hanno fatto irruzione in un edificio, “al cui interno hanno trovato armi, lanciarazzi e ordigni esplosivi”. Nella parte centrale della Striscia di Gaza, i riservisti della Brigata “Harel” hanno invece individuato diversi cunicoli e ucciso alcuni miliziani con un drone. Le IDF hanno anche reso noto che la Marina militare ha eliminato con bombardamenti dalle sue navi “un certo numero di terroristi che rappresentavano una minaccia per le truppe che operano nella Striscia di Gaza”.