Nelle intenzioni di Washington avrebbe dovuto semplificare l'accesso degli aiuti nella Striscia
Il Joint Logistics Over-the-Shore (JLOTS), ovvero il molo temporaneo costruito dagli Stati uniti davanti alla costa della Striscia di Gaza, è già inutilizzabile.
In molti ritenevano che non si trattasse di una grande idea (così come il lancio di aiuti per via aerea) e le recenti mareggiate hanno dato ragione ai detrattori di quest’opera, costata, secondo le stime delle forse armate statunitensi. circa 320 milioni di dollari. Il molo era stato annunciato da Joe Biden nel suo discorso alla nazione di marzo ed era stato completato – in ritardo – solo il 16 maggio rimanendo in funzione quindi solo pochi giorni.
Il mare mosso ha danneggiato il molo che al momento non è più operativo, in particolare ci sarebbero danni alla grande piattaforma che permette l’attracco delle navi al largo dove poi gli aiuti vengono trasbordati su navi più piccole per poi arrivare a terra lungo il pontile, anch’esso danneggiato. Ora si dovrà lavorare alcuni giorni per ripristinare la struttura, ma al momento le condizioni del mare non permettono i lavori.
“Purtroppo si è verificata una ‘tempesta perfetta’ in mare – ha spiegato l’addetta stampa del Pentagono Sabrina Singh come riporta la CBS – sarà pienamente operativo in poco più di una settimana”.
Gli aiuti umanitari arrivano a Cipro tramite navi cargo, lì vengono ispezionati da personale israeliano e quindi partono per Gaza fermandosi al largo e scaricando su una grande piattaforma. In questo modo l’esercito statunitense stimava di portare 150 camion di aiuti ogni giorno nella Striscia.