Gaza, la carestia è imminente: “livelli orribili di fame e sofferenza”

Tutta la popolazione della Striscia, oltre 2 milioni di persone, sta affrontando livelli di insicurezza alimentare che vanno da "acuta" a "catastrofica"

“Agire ora per prevenire l’impensabile”. Le Nazioni unite spostano ancora una volta l’attenzione sulla sempre più drammatica condizioni della popolazione di Gaza, sfollata e fiaccata da mesi di guerra. Gli aiuti praticamente non arrivano e lo spettro della carestia è dietro l’angolo e può arrivare “in qualsiasi momento tra oggi e il maggio 2024 nei governatorati settentrionali” secondo la FAO che ha pubblicato un nuovo rapporto sulla classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (IPC) a Gaza. Secondo questo documento l’intera popolazione della Striscia di Gaza, ovvero 2,23 milioni di persone sta affrontando alti livelli di insicurezza alimentare acuta mentre  metà della popolazione è sotto la categoria “catastrofe”.

“I palestinesi di Gaza stanno sopportando livelli orribili di fame e sofferenza – ha commentato il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres  – Si tratta del numero più alto di persone che soffrono la fame in modo catastrofico mai registrato dal sistema di classificazione integrata della sicurezza alimentare, ovunque e in qualsiasi momento”.

Guterres aggiunge anche che: “Si tratta di un disastro interamente causato dall’uomo, e il rapporto chiarisce che può essere fermato”. Cioè con un cessate il fuoco immediato e l’ingresso massiccio di aiuti alla popolazione stremata.  “Chiedo alle autorità israeliane di garantire l’accesso completo e senza ostacoli ai beni umanitari in tutta Gaza e alla comunità internazionale di sostenere pienamente i nostri sforzi umanitari. Dobbiamo agire ora per evitare l’impensabile, l’inaccettabile e l’ingiustificabile”.

Gli fa eco il segretario di Stato americano Antony Blinken che ha dichiarato come ci siano: “Gravi livelli di insicurezza alimentare acuta” che riguarda il 100% della popolazione di Gaza. “Questa è la prima volta che un’intera popolazione è stata classificata in questo modo”.

Intanto l’Unione europea ha superato i disaccordi con i Paesi più spiccatamente schierati con Israele (Germania, Repubblica Ceca e Austria) e ha raggiunto un “accordo politico” per sanzionare i coloni israeliani estremisti. L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri Josep Borrell ha descritto così la situazione: “Gaza prima della guerra era la più grande prigione a cielo aperto. Oggi è il più grande cimitero a cielo aperto. Un cimitero per decine di migliaia di persone e anche un cimitero per molti dei più importanti principi del diritto umanitario.